L’arte culinaria italiana arriva nello spazio
L’arte culinaria italiana arriva anche nello spazio. Lo fa grazie ad Argotec, un’azienda nella quale lavorano una squadra di giovani ingegneri che, in sinergia con chef e astronauti del nostro paese, è riuscita in questo piano ambizioso. Il progetto si chiama “Space food lab” ed è svolto in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa) e quella italiana (Asi). I tecnici e gli chef si sono specializzati nel “bonus food” il cibo delle grandi occasioni, studiato appositamente per ogni astronauta europeo e consumato sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) durante le missioni di lungo corso. “Il progetto è nato inizialmente per portare un po’ della nostra nazione sulla Iss – ha spiegato David Avino, Argotec managing director -. È il cibo delle grandi occasioni, per far sentire l’astronauta più vicino a casa e per condividerlo con altri colleghi internazionali”.
L’azienda, a seguito delle richieste degli astronauti, si occupa di tutti i passaggi: dalla progettazione alla produzione. “Ad esempio con Luca Parmitano abbiamo fatto varie ricette e con Samantha Cristoforetti abbiamo dato il via a un progetto nuovo”, ha aggiunto Avino.”Come astronauta europeo ho avuto l’opportunità di rivolgermi ai nostri maestri chef italiani, che con il loro estro hanno dimostrato la capacità di creare un prodotto buonissimo – ha spiegato Luca Parmitano, astronauta italiano dell’Esa, maggiore pilota dell’Aeronautica militare italiana, in orbita con la prima missione di lunga durata dell’Asi e oggi ambasciatore per il Semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea -. Non solo dal punto di vista del gusto, ma anche della qualità, dell’apporto nutrizionale della possibilità di averlo potuto condividere con i miei colleghi. Quindi un aspetto conviviale che diventa anche cultura e che è stato apprezzatissimo. Era un insieme di prodotti che dovevano bastare per sei mesi – ha concluso Parmitano parlando di lasagne, risotto al pesto, caponata, parmigiana e tiramisù “spaziali” -. In realtà, li abbiamo finiti quasi tutti in un solo giorno e poi abbiamo continuato a parlarne per il resto della spedizione”.
Il menù “spaziale” italiano, però, non si ferma solo al cibo. Ma, come vuole la tradizione, a fine pasto ci vuole un ottimo caffè. O meglio un espresso e tra anche a bordo della Iss non ci saranno eccezioni. “Portare il caffè, come noi lo intendiamo, sulla Stazione è una cosa veramente complicata – ha aggiunto Davino -. Tutte le leggi alla base della fluidodinamica si trovano a essere totalmente diverse. Abbiamo dovuto ridisegnare una macchinetta totalmente nuova, insieme a Lavazza e Asi, che a breve sarà disponibile per tutti gli astronauti. Ma soprattutto questa macchinetta avrà anche la possibilità di reidratare il cibo sulla stazione”.
Luca CELORIA