Modigliani Soutine e gli artisti maledetti
La Fondazione Roma Museo espone al Palazzo Cipolla nella capitale, dal 14 Novembre al 6 aprile 2004, più di 100 opere appartenenti alla collezione Netter, di Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. Opere realizzate nei primi decenni del Novecento nel quartiere parigino di Montparnasse. Sono gli anni della “follia artistica” di una vera e propria rivoluzione dell’Arte che muta progressivamente sotto l’influsso dell’eccitazione creativa. Montparnasse diventa il centro di questa nuova forma di Arte moderna, il punto di incontro per i cosiddetti artisti maledetti , dove miseria e disperazione, diventano il terreno per gettare i semi di una nuova corrente artistica che diventerà il riflesso dell’artista incompreso e rigettato dalla società, malato di vita, dissacratore dell’Arte. Siamo negli anni delle Avanguardie caratterizzati nella capitale francese da una forte atmosfera bohémienne in un mélange di passione e disperazione, di alcol e di eccessi. La collezione Netter curata da Marc Restellini che è uno dei più importanti studiosi di Modigliani, propone al pubblico l’originalità delle opere attraverso saggi critici che ci aiutano a ripercorrere le tappe della breve vita del pittore italiano Amedeo Modigliani (Livorno 1884-Parigi 1920) soprannominato Modi, non ci sono dubbi nell’affermare che il giovane pittore ebbe successo e fama solo dopo la sua morte, condusse una vita sregolata dominata dagli scatti di ira e dalle ubriacature, raggiunse Parigi per inseguire un sogno che si rivelò il suo più grande incubo, si ammalò di tubercolosi, il terribile male che afflisse molti artisti di quegli anni, dal suo animo malato e consumato dal male di vivere sgorgheranno incontaminate pennellate fluide che plasmeranno i lunghi colli affusolati e i volti incorniciati dal forte dinamismo degli sfondi, emerge nei suoi dipinti, una delicatezza che sembra quasi stonare nel contesto storico dell’epoca, gli sguardi profondi dei suoi volti lasciano trapelare la sua aurea di uomo ebreo colto, ricco di charme e impregnato di italianità, il rimpianto della patria abbandonata per inseguire un sogno effimero attraverso le sue opere che oggi incrociano lo sguardo del grande pubblico: un muto spettatore di fronte a tanta grandezza.
Silvia BERLINGUER