L’ELISIR D’AMORE AL COCCIA
Prosegue con un’opera inserita fuori cartellone la stagione 2016/2017 del Teatro Coccia di Novara. Sabato 6 maggio alle 20.30 e domenica 7 alle 16 torna l’opera lirica con “L’Elisir d’Amore”, melodramma giocoso di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. L’allestimento sarà firmato dalla regista Laura Cosso e la direzione d’orchestra del maestro Andrea Sanguineti. L’orchestra è quella del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, così come i cantanti protagonisti dell’opera e il coro, formato a seguito del Laboratorio Opera Studio organizzato dai docenti del Conservatorio e pensato in collaborazione con il Dipartimento di Canto e Teatro musicale dello stesso. Scene e costumi sono di Elisabeth Bohr. La storia ruota attorno alle vicende dell’umile contadino Nemorino, innamorato di Adina ed incapace di dichiararsi. L’equilibrio viene bruscamente interrotto con l’arrivo di Dulcamara (il ciarlatano di Donizetti), che – fingendosi un dottore – vende a Nemorino un fantomatico elisir d’amore…
Atto I: Dopo il lavoro ai campi, mentre i contadini stanno riposando, la ricca Adina siede in disparte leggendo la storia di Tristano e Isotta. Intanto, l’umile e impacciato Nemorino la osserva da lontano, struggendosi d’amore per lei. I contadini chiedono ad Adina di renderli partecipi delle sue letture; lei comincia a leggere delle peripezie di Tristano e del filtro magico che lo ha aiutato a conquistare la regina Isotta. Anche Nemorino ascolta il racconto, sognando di procurarsi questo magico elisir. D’un tratto arriva il gradasso Belcore, sergente di guarnigione al villaggio che, con ostentata sicurezza, inizia a corteggiare Adina: ella sembra non disdegnare le sue attenzioni. Disperato, Nemorino prende coraggio e dichiara il sua amore alla fanciulla, che tuttavia lo respinge. Annunciato dal suono di una tromba, giunge al villaggio il dottor Dulcamara, un ciarlatano che, girando di paese in paese, vende i propri prodotti spacciandoli per miracolosi preparati medicinali. Nemorino si fa avanti chiedendogli “l’Elisir della regina Isotta”, ovvero un elisir che faccia innamorare le persone. Dulcamara intuisce quanto sia sprovveduto Nemorino e, prendendo a caso una bottiglia di vino Bordeaux, gliela vende precisando che la pozione farà effetto solo dopo ventiquattro ore. Convinto di possedere il potente elisir d’amore, Nemorino inizia a bere il vino acquistato da Dulcamara e finisce con l’ubriacarsi. Tuttavia, il vino lo rende anche euforico, disinvolto e sicuro di sé, tanto da mostrare indifferenza verso Adina la quale, abituata ad essere desiderata, comincia a irritarsi. Anzi, tanta è l’irritazione di Adina verso il nuovo atteggiamento di Nemorino, che ella finisce con l’accettare la proposta di matrimonio di Belcore. A questo punto, Nemorino implora Adina di spostare almeno di un giorno la data del proprio matrimonio (sicuro che, nel frattempo, l’elisir d’amore avrebbe fatto effetto), ma è tutto inutile: mentre Adina se ne va via con Belcore, Nemorino perde la testa diventando lo zimbello della folla.
Atto II: Fervono i preparativi per festeggiare i due promessi sposi. Adina tuttavia, ormai interessata a Nemorino, non sembra aver più molta fretta di sposare Belcore. Al contempo, Nemorino vorrebbe acquistare un’altra bottiglia di elisir per potenziare l’effetto di quella già bevuta, ma, non avendo denaro, accetta la proposta di Belcore: si arruolerà nel reggimento e in cambio riceverà venti scudi di paga, un bel modo con cui Belcore pensa allontanare lo scomodo rivale. Frattanto, la contadina Giannetta sparge la notizia che uno zio di Nemorino è morto, lasciandogli una cospicua eredità. Tutte le ragazze del villaggio iniziano così a corteggiare Nemorino, aspirando di convolare a nozze col neomiliardario. Al contrario, sia Nemorino che lo stesso Dulcamara attribuiscono simili attenzioni da parte femminile all’effetto provocato dall’Elisir mentre Adina, ignara dell’eredità, si lascia sfuggire una lacrima tradendo i propri sentimenti. Nemorino, vedendola, capisce di essere ricambiato. Quando infine Dulcamara racconta ad Adina di aver venduto a Nemorino l’elisir d’amore, la giovane comprende ogni equivoco, maturando la certezza di essere amata. Entra così in possesso del contratto di arruolamento di Nemorino, glielo rende, consigliandogli di rimanere in paese e infine cede, dichiarando al giovane il suo amore. La scena si conclude con Adina e Nemorino prossimi al matrimonio e Dulcamara trionfante quanto incredulo per il successo ottenuto dal suo improbabile elisir.
NOTE DI REGIA di Laura Cosso: “Si vendono sogni” potrebbe essere il motto di Dulcamara, il simpatico imbonitore che compare tra i protagonisti dell’Elisir d’amore. Fosse un personaggio odierno, sarebbe un promoter pubblicitario; il set televisivo come naturale campo d’azione, creme di bellezza e bevande miracolose tra i prodotti reclamizzati. Del resto, cos’altro è l’espediente che muove la trama del capolavoro di Donizetti? Devo confessare che l’idea di ambientare l’intera opera all’interno di uno studio pubblicitario mi era venuta in mente già sei anni or sono, per un Elisir d’amore prodotto sempre dal Laboratorio Opera-studio del Conservatorio di Milano: cori di contadini che reclamizzano il “Pane del mietitore” (sulla scorta del “Mulino bianco”), eventi live, attori e comparse, aiuto-regia, cameraman e poi ancora truccatrici, fotografi e stuoli di fans inferocite che si contendono l’attenzione del pubblico, mentre si consuma la storia d’amore tra Adina e Nemorino. Insomma, un modo per dare all’opera una veste schiettamente contemporanea, pur senza tradire il carattere dei personaggi e l’ambientazione rurale a cui il libretto si riferisce in modo esplicito. Questa nuova produzione non è tuttavia una semplice ripresa, pur rinnovata, di quella regia. Al contrario, la possibilità di ritornare sull’Elisir d’amore in una collaborazione tra il Conservatorio di Milano e i teatri sia di Novara che di Verbania, mi ha offerto la possibilità di reinventare totalmente la mia idea primitiva. E non solo dal punto di vista della scenografia, dei costumi e dei contributi video, tutti creati ex novo, ma soprattutto per ciò che riguarda la lettura drammaturgica. Per essere più chiari, in questo Elisir d’amore l’ambientazione all’interno di uno studio televisivo ha funzionato solo come il contenitore di una serie di rapporti e situazioni che stanno prendendo forma grazie anche all’apporto dei cantanti-attori che partecipano al Laboratorio Opera-studio, i quali non si limitano a mettere in pratica le direttive della regia, ma vi partecipano attivamente, fornendo un contributo di capacità e di idee. Per fare solo un esempio, è dal lavoro di improvvisazione collettiva che è nata l’idea di un Belcore impegnato a pubblicizzare una marca di videogiochi (e cosa c’è di meglio che una guerra da videogioco, per restituire il carattere spaccone di Belcore?), o che Giannetta e compagne spettegolino attraverso Facebook. Al tempo stesso, gli aspetti competitivi dell’ambiente televisivo hanno suggerito al coro la giusta efficacia nel deridere Nemorino alla fine del primo atto, e con un surplus di crudeltà che mette ben il luce la varietà espressiva della commedia donizettiana. Quanto ai ruoli di Adina e Nemorino, una volta differenziati socialmente attraverso le rispettive mansioni (lei prima attrice sul set, lui semplice cameramen), spetta poi al singolo cantante nutrirli di un equilibrio tra tratti comici e sentimentali consono sia al personaggio che alla propria personalità. Naturalmente, questo modo di fare regia si può realizzare solo attraverso i tempi lunghi un laboratorio operistico, attraverso il percorso formativo e l’interazione continua tra preparazione musicale e scenica. Ma, vi assicuro, ne vale la pena.
LAURA COSSO: Personalità dalla doppia formazione, Laura Cosso ha alle spalle un’intensa attività musicologia cui ha affiancato, in misura crescente, l’impegno nel campo della regia lirica. Dopo gli studi di recitazione, il diploma di canto e la laurea in musicologia con lode e dignità di stampa, ha vinto il Concorso a Cattedre Conservatori sia per Arte scenica che per Storia della musica. Ha pubblicato per diverse case editrici; collabora coi maggiori Enti lirici, è invitata a tenere conferenze e trasmissioni radiofoniche. È considerata tra i maggiori esperti italiani di Berlioz, compositore a cui ha dedicato numerosi saggi e due monografie, tra cui Berlioz, L’Epos, Palermo, 2008. In ambito registico si è occupata di teatro multimediale e repertorio lirico (opere di Mozart, Paër, Rossini, Donizetti, Puccini, Britten, Stravinskij). Tra i teatri per cui ha scritto drammaturgie e firmato regie vi sono il Teatro Regio di Torino e il Teatro Regio di Parma, il Teatro del Palazzo dei Congressi di Lugano, il Teatro di Gwangju (Corea del sud) e il Teatro dell’Abbaye di Neumünster (Lussemburgo). Per anni ha collaborato con il Festival Ticino Musica, mettendo in scena il ciclo delle quattro farse di Rossini (“Il signor Bruschino”, “La scala di seta”, “L’occasione fa il ladro” e “La cambiale di matrimonio”); contemporaneamente è stata coinvolta dal Festival Nei Stëmmen in un progetto sulla trilogia Mozart-Da Ponte, firmando le regie de Le nozze di Figaro, di Così fan tutte e di un Don Giovanni rappresentato in vari teatri del Lussemburgo. Ha tenuto Masterclass in Cina e in Corea del sud dove ha anche firmato la regia de La bohème. Il suo impegno operistico più recente è stato un Così fan tutte rappresentato nel dicembre 2016 al Grand Majesty Theatre di Shanghai. È titolare della cattedra di Arte scenica presso il Conservatorio di Milano nonché responsabile, presso la stessa istituzione, del Laboratorio Opera-studio.
ANDREA SANGUINETI: Acclamato dalla critica e dal pubblico, riconosciuto dagli esperti del settore come uno dei più promettenti direttori del panorama musicale internazionale, Andrea Sanguineti è stato recentemente definito nella trasmissione radiofonica Deutschlandradio-Kultur in occasione della produzione “Die Tote Stadt” di Korngold “un genio”. Al momento ricopre la carica di Generalmusikdirektor presso il Teatro Gerhardt Hauptmann a Görlitz e di direttore principale della Neue Lausitzer Philharmonie, posizione che lascerà dopo cinque anni di affermati successi in abito lirico e sinfonico. Andrea Sanguineti è richiesto come direttore ospite presso importanti teatri, festival e compagini orchestrali tra i quali recentemente l´Opera di Graz, la Filarmonica G. Enescu di Bucarest, il Nationaltheater a Mannheim, il Staatstheater a Braunschweig, la RSO Radio Symphonie Orchester a Vienna, il Bejing Music Festival in Cina, l´Orchestra del Carlo Felice di Genova, il Teatro Comunale di Piacenza e l’Orchestra Sinfonica Siciliana. I prossimi impegni lo vedranno presente alla Staatsoper di Hannover, al Teatro Massimo Bellini a Catania, in Sala Verdi a Milano, al Teatro Coccia di Novara e all’Opéra de Rouen-Haute Normandie. Il suo vasto repertorio operistico spazia dall´operetta viennese al grande dramma teatrale tedesco di Wagner come il Tristano o Tannhäuser, non tralasciando però lo stile francese ed italiano e l’opera contemporanea. La Carmen, l’Africaine di Meyerbeer, la Traviata, il Trovatore, la Cenerentola, Il viaggio a Reims, la Forza del Destino, il Macbeth, Powder Her Face, sono solo alcuni degli ultimi titoli svolti in cartellone accanto a solisti di fama internazionale tra i quali Annette Dasch, Lucio Gallo, Stefania Bonfadelli, Silvia Tro Santafé, Simone Alaimo, Franco Farina, Albert Pesendorfer. In ambito sinfonico, oltre a curare il repertorio centrale come le sinfonie di Beethoven o di Brahms, dirige anche composizioni più particolari come ad esempio la “Turangalîla-Sinfonie”, di Messiaen il “Prométhée – Le Poème du feu” di Skrjabin o il “Concerto for Orchester Marco Polo” di Tan Dun. Ha intrapreso giovanissimo la carriera direttoriale, dopo lo studio del pianoforte e della composizione studia direzione d‘orchestra a Vienna presso l’Universität für Musik und darstellende Kunst, segue i corsi di Gianluigi Gelmetti alla Chigiana di Siena e a Milano presso il conservatorio “G. Verdi” si diploma a soli ventitré anni sotto la guida di Vittorio Parisi. Si specializza nel repertorio lirico prima con Umberto Finazzi, poi presso l’Opera Studio dell’Opéra National du Rhin a Strasburgo dove è stato pianista preparatore. Dal 2007 al 2011 è ingaggiato presso la prestigiosa Staatsoper di Hannover in Germania e alla guida della Niedersächsisches Staatsorchester debutta molteplici titoli operistici, di balletto e di operetta. Dal 2011 al 2013 è stato 1° Kapellmeister e vice Generalmusikdirektor presso il Mainfranken Theater a Würzburg.
Sabato 6 maggio 2017 ore 20.30 – Turno A
Domenica 7 maggio 2017 ore 16.00 – Turno B
GAETANO DONIZETTI
L’ELISIR D’AMORE
Melodramma giocoso su libretto di Felice Romani
Nuovo allestimento a cura del Laboratorio OPERA STUDIO
del Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano
Personaggi e interpreti
ADINA Barbara Massaro*, Luana Lombardi
NEMORINO Sehoon Moon*, Shinichiro Kawasaki
DULCAMARA Jaime Eduardo Pialli*, Davide Hong Shin Kil
BELCORE Qipeng Tang*, Hojoum Lee
GIANNETTA Claudia Strano*, Gaëlle Meyer
Direttore d’orchestra Andrea Sanguineti*, Nicolò Jacopo Suppa
Regia Laura Cosso
Scene e costumi Elisabeth Bohr
Assistente scenografa Rugile Norkute
Assistente costumista Caterina Villa
Filmmaker video pubblicitari Marco Misheff
Immagini e regia video a cura del SAV-ConsMi: Filippo Berbenni,
Carmen Canale, Matteo Castiglioni
interventi coreografici Simone Magnani
maestri collaboratori: Dahyun Kang, Nari Kim, Kibbum Lee, Subhin Kwon
*recita del 7 maggio
CORO del LABORATORIO OPERA STUDIO
ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO “G. VERDI” DI MILANO
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Michele Olivieri