SAKURA BLUES / DACRU DANCE COMPANY

Presso il Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze), venerdì 19 febbraio alle ore 21 andrà in scena “Sakura Blues”, lo spettacolo che chiude “idealmente” la trilogia dedicata alla terra dei ciliegi. Iniziata con “Kafka sulla Spiaggia”, traduzione danzata dell’omonima opera letteraria di Murakami Haruki, e proseguita con “Kaze Mononoke”, viaggio nel vento, ispirato al poetico maestro Miyazaki. Il progetto “DaCru” nasce nel 1996 dall’unione artistica dei due coreografi più rappresentativi del panorama della danza urbana italiana, Marisa Ragazzo e Omid Ighanì. La sperimentazione è la filosofia che li spinge a creare una nuova avanguardia della danza metropolitana, mescolando gli stili, i codici e i gesti delle danze suburbane al concetto del teatro come spazio fisico. In questa zona di confine, i coreografi danno vita ad un emancipato percorso di “concept theatre”, spaziando ovunque possa giungere la contaminazione dell’hip hop con l’house dance, la danza contemporanea, il jazz rock e il breaking più innovativo. Per approfondire questo stile, Giovedì 18 febbraio dalle ore 18.30 alle ore 20 (presso la Scuola di Danza Arteincorso) si svolgerà una “Masterclass” con la coreografa Marisa Ragazzo, la quale condurrà un laboratorio “sul movimento” indirizzato a danzatori di livello intermedio/avanzato di varia estrazione, dal contemporaneo, all’hip hop e al modern: una classe assolutamente open che nasce dal concetto di contemporaneità di gesti e movimenti fortemente legati al mood metropolitano. La tecnica di base e l’utilizzo che se ne fa durante la costruzione coreografica è estensibile e adattabile perché utilizzata per servire idee e concetti e non fine a se stessa. Ricerca e sperimentazione, musicale e gestuale, danno al laboratorio uno spiccato senso di emancipazione e contemporaneità. Lo spettacolo “Sakura Blues” è stato pensato e vissuto come un “anime”, Sakura Blues è un viaggio innamorato, dolente, ironico e liquido nell’anima segreta delle donne, profumate e lievi come fiocchi di neve.
                                                                                               Michele OLIVIERI

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