OMAGGIO A MARTHA GRAHAM

Dopo il grande successo della prima milanese e la tournée in altri teatri italiani, l’omaggio a Martha Graham arriva nuovamente a Genova però al “Teatro Garage” il 21 novembre. Martha Graham, la grande danzatrice e coreografa americana si racconta in uno spettacolo emozionante. La vediamo nascere, vivere e soprattutto danzare. E infine morire. Non si piegò mai, Martha, né venne meno al suo spirito. Spirito con il quale dialogava costantemente, ed ecco, quindi, apparire la sua anima in scena, che la guida, la ascolta, la accompagna nel percorso della sua vita. Spese tutta la sua esistenza alla costante ricerca della verità scenica. Rivoluzionò il modo di danzare. Fu la madre della danza contemporanea. Una figura straordinaria, che ancora oggi, a più di vent’anni dalla sua morte, è in grado di emozionare e commuovere. Quando si parla di teatro-danza è necessario che la critica si accosti al tema con un sentimento di pudore: sono esperienze visive che coinvolgono i sensi più della mente, perciò la cosa più importante in assoluto è vivere, insieme agli altri spettatori, l’emozione che regalano quelle coreografie. Non dimentichiamoci mai che l’uomo, prima di apprendere i rudimenti del linguaggio, comunicava i propri sentimenti attraverso il corpo. Ecco perché il ballo, in tutte le sue varianti, esisterà sempre: perché è il nostro inconscio che lo reclama; è una parte di noi che ci completa, ci rende esseri viventi a tutti gli effetti. Lo spettacolo “Martha – La memoria del sangue” per la regia di Riccardo Italiano, è rappresentazione teatrale, scritta da Riccardo Italiano e Sara Gaia Chiara Tagliagambe e con la partecipazione di Valentina Pescetto e Caterina Campo. Dalla presentazione del maestro Aldo Masella, direttore del Centro Studi Coreografici del Teatro Carcano di Milano ritroviamo un’appassionante ritratto della grande coreografa: “Martha Graham può essere considerata, unitamente ad Agnes de Mille, la genesi della danza moderna. Nell’attività artistica, ciò che balza più evidente, al di là del significato della sua opera, sono quegli straordinari impeti di energia che sembravano scuoterla, quando ogni genere di difficoltà intervenivano a distoglierla dal suo apostolato a favore della danza moderna. Interprete di straordinaria efficacia, riusciva a trasmettere, con semplicità, le fondamentali tesi della sua estetica nelle quali prendeva corpo l’obbligatorietà di far ricorso ad una drammaturgia con finalità educative. Ma si badi, mai intese sul piano pedagogico, ma quale sostanza di una composizione elaborata con l’obbiettivo di sorprendere lo spettatore. Distante dai teoremi della danza accademica, ne subiva il fascino dando a ciascuna delle sue composizioni un disegno armonico di raffinato estetismo. Bellissime, ma anche oscure, le sue creazioni non mancavano mai di una concettualità che, se sfiorava l’ermetismo, apparivano però pregne di vere e proprie colate di energia pura. L’obiettivo che si è posto Riccardo Italiano nell’immaginare questo percorso intorno alla figura di Martha Graham, una tra le più intense interpreti del coreo dramma del Novecento, è quello di una succinta biografia narrata con efficacia e leggera come il volo di una libellula. Avvalendosi della collaborazione di Valentina Pescetto e Caterina Campo, il regista racconta alcuni episodi del travagliato cammino della grande danzatrice americana, nei quali affiorano figure essenziali per la sua formazione artistica.” Martha Grahma nasce ad Allegheny l’11 Maggio del 1894 e ci lascia a New York il 1 Aprile del 1991. Considerata da molti la più grande danzatrice americana del XX secolo e madre della danza contemporanea. Sapeva comunicare le più profonde emozioni dell’animo umano. Sostenitrice del movimento come massima forma di espressione. Dal 1913 al 1920 studiò danza e teatro. Nel 1916 entrò nella Denishawn, la scuola di Ruth St. Denis e Ted Shawn. Nel 1923 lasciò la Denishawn, e tornò nell’est, a New York. Insegnò alla Eastman School of Rochester. Debuttò a New York il 18 Aprile 1926 con svariate coreografie di propria creazione, su composizioni di Alexander Scriabin, Claude Debussy, Erik Satie, Maurice Ravel e Louis Horst. Nel 1927 aprì la Martha Graham School of Contemporary Dance. Molte sue coreografie erano legate a tematiche sociali (Immigrant, Revolt) o di ispirazione orientale. Nel 1929 con la composizione di “Heretic”, si manifestò la sua originale concezione della danza. Gli anni trenta, furono contraddistinti da una grande spinta creativa, creò: Lamentation, Cronicle, Deep Song, Primitive Mysteries e Frenetic Rhythms. Nel 1939 entrarono nella compagnia (fino a quel momento composta di sole donne) Merce Cunningham e Erik Hawkins. Negli anni ‘40 la compagnia andò in tournée negli Stati Uniti e a Cuba. Creò “El Penitente” e “Letter to the world”. Nel 1944 creò uno dei suoi pezzi più famosi “Appalachian Spring”, sua prima collaborazione con Isamu Noguchi. Altri balletti di questo periodo furono: “Cave of the Hearth (Medea)”, “Errand into the Maze (Minotauro)”, “Night Journey (Edipo e Giocata)”. Nel 1948 sposò Erik Hawkins. All’età di 76 anni, danzò per l’ultima volta. La decisione di lasciare il palcoscenico le causò un periodo di depressione. La sua tecnica, detta beneappunto “Tecnica Graham” si basa sul principale atto fisiologico dell’essere umano, la respirazione, incentrata sulla zona del bacino, perché è lì che ha origine la vita. CONTRACTION sta per contrazione, durante la fase di espirazione la colonna vertebrale si curva aiutata da una spinta dei muscoli dorsali verso terra e dei muscoli addominali indietro verso la spina dorsale e in alto verso il diaframma. RELEASE sta per rilascio, non rilassamento. Nella successiva fase di inspirazione una spinta che parte sempre dal bacino si trasmette lungo tutta la spina dorsale, così la schiena si estende e il corpo raggiunge il punto di massima tensione verso l’alto. info@teatrogarage.it / marthalamemoriadelsangue@gmail.com
                                                                                      Michele OLIVIERI

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