AFFETTI PERSONALI: Storie di donne e di moda

La grande moda italiana sarà la protagonista a Palazzo Madama nella città di Torino fino al 18 gennaio 2015, dove i visitatori potranno ammirare nello spazio Atelier del museo la mostra: “Affetti personali. Storie di donne e di moda”. Una selezione di oltre cento oggetti ricevuti in dono da più di quarantacinque cittadini a partire da marzo 2014; grazie a queste preziosi donazioni infatti si è potuto realizzare il progetto: “Torino un secolo di moda” e ricostruire la storia della moda nella città sabauda grazie alla ricerca sui mestieri, lanciata da Palazzo Madama, che hanno reso celebre Torino riconoscendole l’appellativo di capitale dello stile prima ancora di Firenze, Roma, Milano, grazie proprio alle sue eccellenze. La mostra racconta l’evoluzione del costume dagli anni Venti agli anni Novanta del Novecento, focalizzando l’attenzione anche sui nuovi materiali come il nylon, apprezzatissimo dal settore lingerie e la tendenza particolare rivolta a certi colori. Oltre agli oggetti presenti nella mostra, di grande rilievo sono le testimonianze raccolte di chi ha vissuto e lavorato nell’affascinante mondo della moda. Di grande impatto è la vetrina delle scarpe dove si possono ammirare quelle in raso del 1923 di Beltrami, quelle di Bartolomeo Cavallera, autore nel 1954 delle calzature protagoniste del “coup- de- théâtre nel film “La contessa scalza” con Ava Gardner e le calzature di Aldo Sacchetti creatore delle calzature più originali e stravaganti. Gli abiti e i gioielli sembrano rivivere nei corpi delle donne che li hanno indossati, ricordano momenti felici e incontri, e nelle loro pieghe è ancora presente oggi, il vissuto di ieri. È la metamorfosi di un “effetto personale” che il tempo, la storia, la vita ha tramutato in un “affetto personale” indelebile nel tempo.
Per informazioni sulla mostra 011 4433501
www.palazzomadamatorino.it
Fotografia di Leopolda Martino anni 20
                                                                                                 Silvia BERLINGUER

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