La Madonna Esterházy a Palazzo Reale Milano

Anche quest’anno il comune di Milano regala ai suoi cittadini un incontro speciale con la cultura.
Dal 3 dicembre all’11 gennaio, infatti nella prestigiosa sala Alessi a Palazzo Marino, sarà possibile lasciarsi incantare dalla splendida opera di uno dei geni del Rinascimento italiano: la “Madonna Esterházy” di Raffaello. Il capolavoro proviene dal Museo delle Belle Arti di Budapest, prestito che avvalora ulteriormente lo scambio culturale che il nostro Bel Paese ha consolidato negli anni con la città ungherese. L’iniziativa è promossa dal Comune di Milano, Intesa Sanpaolo e la Rinascente, in stretta collaborazione con le Gallerie d’Italia di Piazza Scala, il curatore della mostra è Stefano Zuffi e l’organizzazione è affidata ad Arthemisia Group. Il dipinto, che si ispira in modo esplicito a Leonardo, raffigura la Madonna col Bambino e San Giovannino e sigla la fine del percorso trascorso a Firenze da Raffaello, prima del suo trasferimento a Roma. La tela suggestiva, seppur di dimensioni piccole, mostra sullo sfondo i ruderi del Foro Romano, dipinti con minuzia di particolari e con un’attenta precisione topografica. Non conosciamo il committente dell’opera e molti critici sono concordi nel pensare che Raffaello abbia tenuto l’opera per sé proprio come fece Leonardo con la Gioconda, questo aspetto indubbiamente conferisce un alone di mistero in più al celebre dipinto. All’interno dell’esposizione è presente un catalogo edito da Skira, grazie al quale è possibile approfondire meglio l’Arte di Raffaello.

L’ingresso alla sala Alessi e le visite guidate alla mostra sono completamente gratuite.
Regalare l’Arte significa dare a tutti la possibilità di viverla, per questo vale la pena, mettersi in coda e lasciarsi incantare da uno dei tanti capolavori della nostra Arte italiana. 

Madonna col Bambino e san Giovannino (Madonna Esterházy)
Raffaello, circa 1508, tempera e olio su tavola, 28,5 x 21,5 cm
Budapest, Museo di Belle Arti (Szépm?vészeti Múzeum)
                                                                                                      Silvia BERLINGUER

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