Presepi: dal Settecento a oggi
Fino al 26 Gennaio, alla Pinacoteca Albertina di Torino, sarà possibile visitare la mostra “presepi.Tradizione presepiale napoletana tra Settecento e modernità”. L’esposizione promossa dalla Fondazione Dnart, svela i simboli e i significati di una tradizione culturale antica, sfiorando i temi tra il sacro e il profano. La mostra, articolata in un percorso di otto sezioni, ripercorre la tradizione preserpiale campana del Seicento e del Settecento, fino alle creazioni della modernità.
Il presepe è per eccellenza il simbolo della natività e dell’adorazione dei Magi, una delle iconografie più rappresentate nelle arti figurative. In questa mostra viene ripercorso idealmente il cammino dell’uomo nella vita verso la sua meta finale, in questo senso il presepe, non assurge solo a un mero significato artistico ma abbraccia il più ampio significato di fenomeno culturale. Quella del presepe è una metamorfosi continua che si evolve nelle forme e nei contenuti più svariati, riuscendo però a preservare l’integrità di un unico codice genetico, frutto di una tradizione antica che fa risalire le sue origini al primo presepe costruito nella storia da San Francesco d’Assisi, nel 1223 a Greggio.
Le sale della Pinacoteca Albertina si animano grazie alle piccole miniature riprodotte con un realismo toccante che lascia trapelare il folklore di questa tradizione, la superstizione, la devozione, la povertà e la grande operosità artigianale. La mostra alterna veri e propri capolavori tridimensionali ai dipinti della scuola fiorentina, piemontese, ligure, fiamminga, fino ad arrivare all’importante collezione di cartoni di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola. È stato inoltre recuperato uno spazio espositivo nella sala XI adatto a ospitare una serie di dodici “vedute veneziane” donate dal Mossi, con l’attribuzione a Canaletto, ora assegnate agli studiosi che attribuiscono questo patrimonio al misterioso “maestro dell’Accademia Albertina”.
Un affascinante percorso artistico,per non dimenticare che il Natale è anche un’occasione di scambi culturali, attraverso il linguaggio semplice e universale dell’Arte e della tradizione del nostro Paese.
Silvia BERLINGUER