“Casa Italo-Venezuela NCS” dona dispositivi per la protezione destinati a medici in Venezuela

Continua la contribuzione della “Casa Italo-Venezuela NCS” ai medici ed infermieri che lottano per arginare la diffusione della Covid-19 in Venezuela. In questa occasione, grazie alla donazione di soci dell’Associazione e connazionali che hanno voluto mantenere l’anonimato, è stato fatto recapitare a medici ed infermieri in Venezuela dispositivi per la protezione durante l’assistenza ai contagiati dal Virus. Sono infatti i medici e gli infermieri le persone più esposte al contagio visto che sono quelle che operano in “prima linea”.

Passaporti scaduti

Nei giorni scorsi, l’Associazione, con una lettera ai Ministeri degli Interni e degli Esteri, ha chiesto “si riconosca i documenti di viaggio scaduti dei migranti venezuelani come documenti d’identità validi con finalità migratorie”.

L’Associazione, nella lettera firmata dalla presidente Lys Golia e dalla vicepresidente Elisabeth Contreras, ricorda che “è trascorso più di un anno da quando Acnur, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha invitato le nazioni del mondo ad accogliere migliaia di migranti in fuga dal Venezuela, è diventati un’emergenza umanitaria per l’intera regione latinoamericana”.

Fa quindi presente che già tante nazioni hanno dimostrato solidarietà “riconoscendo i passaporti scaduti come documenti validi per poter attivare iter burocratici di varia natura”, in vista dei gravi ritardi delle autorità venezuelane nel rinnovare o prorogare il passaporto.

L’Associazione, nella lettera, spiega i tanti disagi ai quali vanno incontro i cittadini venezuelani che hanno come unico documento d’identità il passaporto scaduto. Quindi esorta i ministri a prender atto di questa inquietante realtà e a “favorire una rapida soluzione che elimini o attenui i disagi”. Cosí facendo, sottolinea l’Associazione, favoriscxe una più “rapida integrazione” dei cittadini venezuelani residenti che “cercano disperatamente di ricominciare una vita dignitosa in Italia”.

Ph. by Rafael Urdaneta Rojas

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