Ultimi appuntamenti per MilanOltre con Spellbound e Gianmarco Porru
All’Elfo Puccini, Spellbound Contemporary Ballet festeggia i suoi 25 anni di attività con una nuova creazione il 10 ottobre. Lo spettacolo Spellbound 25 si compone della nuova creazione di Marcos Morau intitolata Marte, il solo maschile Affi di Marco Goecke, il solo femminile Unknown Woman / per Maria e Wonder Bazaar di Mauro Astolfi.
Il 10 e l’11 ottobre per Vetrina Italia Domani/Under35 in Scena il Festival è in “trasferta” per due giorni a Dancehauspiù. L.S.D.P., con la video/performance di GianMarco Porru parte da una rilettura de Le Sacre du printemps, rielaborandola attraverso l’etnografia e la ritualità sarda i linguaggi del corpo consolidati nel tempo.
10 OTTOBRE | SALA SHAKESPEARE ORE 20.30
SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET
Spellbound 25
coreografie Mauro Astolfi, Marco Goecke, Marcos Morau
Marte
Coreografia Marcos Morau in collaborazione con I danzatori
Assistente alla Coreografia Lorena Nogal Navarro
Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti
Set e Costumi Marcos Morau
Disegno Luci Marco Policastro
Musiche AAVV
durata 25’
Äffi
coreografie, set e costumi Marco Goecke
Interprete Mario La Terza
assistente alla coreografia Giovanni di Palma
disegno luci Udo Haberland
musiche Johnny Cash
riallestimento per Spellbound Contemporary Ballet
durata 12 minuti
Unknown Woman
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Maria Cossu
Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli
Disegno Luci Marco Policastro
Musiche AAVV
per Maria
durata 14 minuti
Wonder Bazaar
Coreografia Mauro Astolfi
Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti
Assistente alla Coreografia Alessandra Chirulli
Set e luci Marco Policastro
Musiche AAVV
Durata 35 minuti
Chiude MilanOltre 2020 Spellbound Contemporary Ballet che festeggia i suoi 25 anni di attività. Nonostante i suoi 37 anni, Marcos Morau pensa a tutto ciò che ha lasciato e a tutto ciò che non potrà mai più essere. Oggi ricorda il momento in cui tutto era possibile, quel momento in cui la realizzazione e il fallimento sono raggiunti in tutto il loro splendore e tutto è vissuto come se il mondo si scontrasse domani. Marte oltre al Dio della guerra, lo è della passione, della sessualità, della perfezione e della bellezza e dà titolo al nuovo lavoro dell’autore con sede a Barcellona per Spellbound Contemporary Ballet. Marte rappresenta quel pianeta vuoto e ostile che attende di essere colonizzato da un gruppo di giovani. in una sorta di celebrazione nell’Europa del XXI secolo, con tutta la forza della sua gioventù e del suo desiderio come forza motrice. Un luogo dove nessuno vuole essere lasciato indietro e il futuro è visto come un labirinto confuso, pieno di rassegnazioni, delusioni e nuovi conflitti, e dove l’unica guerra che si combatte è quella che li mette di fronte a un mondo che avanza così velocemente da non poter continuare. Piacere, desiderio e tensione sono gli elementi centrali di questo progetto. Un conflitto tra l’individuo e la collettività, tra il presente e un futuro incerto, tra la materia organica e la tecnologia, dove si rivela una nuova concezione della forma astratta. Äffi, una delle creazioni di maggior successo internazionale di Marco Goecke, è stata inserita nel repertorio dello Scapino Ballet di Rotterdam nel 2006, ed è stata eseguita da Tadayoshi Kokeguchi nel 2006 a Istanbul e nel 2008 a New York. Sebbene Arman Zazyan, Damiano Pettenella, William Moore, David Moore, Robert Robinson, Mischa van Leuven e – finora unica donna – Katja Wünsche hanno studiato l’assolo, la performance più memorabile è quella del fenomenale Marijn Rademaker, protagonista della prima, che nel 2006 gli è valso il prestigioso premio teatrale tedesco Der Faust (The Fist) come Best Dance Performer, assegnato per la prima volta quell’anno. Spellbound Contemporary Ballet è la sola compagnia di produzione italiana da avere in repertorio questa creazione. Basato sulla grammatica della tecnica classica anche il gesto di Goecke ma fortemente contaminato dalle espressioni del tanztheater tedesco: “Il motore del mio lavoro è l’angoscia può diventare una fonte di speranza. Rendere l’angoscia visibile e palpabile per trasformarla in bellezza”, dice Goecke nel documentario rivelatorio A fleur de peau, realizzato da Manon Lichtveld e Bas Westerhof, nel quale l’artista ci porta dentro la passione per il teatro scoperta a 14 anni, gli attacchi di panico, iniziati da giovane, la meraviglia della creazione. “Sfuggire dal corpo, scappare dai propri limiti è quello che cerco di fare con i movimenti veloci del mio vocabolario”, spiega l’artista. Unknown Woman è un racconto serio ed immaginario allo stesso tempo, è un raccoglitore di memorie e di pensieri di quello che è accaduto con un’artista importante in vent’anni di collaborazione e di condivisione. Io e lei abituati a raccontarci alcune cose segrete attraverso dei movimenti, dei portatori sani di verità, una rubrica disordinata dove ho dovuto leggere e rileggere appunti per capire la donna e l’artista. Forse ci siamo capiti solo in una sala prove e sul palcoscenico di un teatro, ma come si fa a capire un’artista? inseguirla è stato possibile solo con gli occhi e con il cuore, ogni altro modo ti confonde ancora di più e ogni volta devi quasi ricominciare dall’inizio, come ci ripresentassimo e ci chiedessimo per la prima volta il nome. Non so dove finisce l’immaginazione e quanto invece ho imparato da lei in questi 20 anni. Da sconosciuti siamo ancora in sala, ci osserviamo, ci regaliamo e ci rubiamo cose, ma ci conosciamo bene e per questo camminiamo ancora insieme. Wonder bazaar è un avamposto di una umanità servo assistita da una tecnologia desueta, un emporio a buon mercato dove cercare di riparare i danni di una vita che non si riesce a capire e a controllare. Ognuno accartocciato su se stesso, dove i rapporti umani ormai ridotti al minimo lasciano spazio ad una fiducia cieca e priva di senso nei confronti di una macchina che, anche se spenta e non funzionante, da sicurezza. Ma tra i macchinari e gli scaffali c’è chi trova un rimedio per gli afflitti da angoscia esistenziale e lavora ad un progetto misterioso, forse un azzardo, ma per tentare di ribaltare l’alienante mondo contemporaneo. Un sistema ormai perfetto di produttività meccanica, scaffali pieni di testimonianze di felicità mai raggiunte. Wonder Bazaar è uno studio ibrido tra passato e futuro dove smettere di girare in tondo in una fitta matrice di abitudini, dove si verifica l’incapacità di condividere emozioni reali con gli altri. La meraviglia di questo bazaar è che proprio in questo cimitero di macchinari non più funzionanti o semi funzionanti si ritrova un senso di fede non più verso qualcosa o qualcuno all’esterno di noi: proprio qui paradossalmente si risolvono teoremi importanti sul senso della vita al di fuori della connessione con le macchine e ci si ricorda che le macchine sono state costruite da noi”. (Mauro Astolfi)
MAURO ASTOLFI fonda Spellbound Contemporary Ballet con Valentina Marini nel 1994 dopo una lunga permanenza statunitense, ma è anche attivo da alcuni anni come coreografo freelance firmando creazioni originali per istituzioni prestigiose in tutto il mondo. Accompagna l’attività di coreografo quella di guest teacher nei maggiori centri di danza e dall’ottobre 2009 è Direttore Artistico D.A.F. a Roma. Dal 2016 al 2018 è docente ospite presso la Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.
MARCO GOECKE sin dal suo debutto come coreografo nel 2000 presso il Theater Hagen, si afferma come artista enormemente ricercato per il suo particolare linguaggio di movimento. Il suo lavoro è rappresentato nel repertorio delle più prestigiose compagnie di danza internazionali. Dal 2005 è coreografo residente a Stuttgart Ballet, tra il 2006 e il 2011 presso Scapino Ballet – Rotterdam e dal 2013 è anche coreografo associato al Nederlands Dans Theater. Dal gennaio 2019 è artista in residenza presso Gauthier Dance Stuttgart e dalla stagione 2019/20 è il nuovo direttore artistico di State Ballet Hannover.
MARCOS MORAU si forma a Barcellona, Valencia e New York, ottenendo con il suo progetto finale il premio straordinario dell’Institut del Teatre. Ha realizzato il suo progetto di assistentato coreografico presso il Nederlands Dans Theater II e nella compagnia IT Dansa diretta da Catherine Allard. La sua ricerca si estende a discipline come la fotografia e il teatro. Considerato uno degli artisti più creativi della sua generazione, oltre alla direzione della sua compagnia La Veronal – fondata nel 2005 – ha creato produzioni originali per prestigiosi ensemble tra cui la National Dance Company of Spain, Scapino Ballet Rotterdam, Skånes Dansteater, Göteborg Operans Danskompani, Ballet de Lorraine o Carte Blanche Norway.
10/11 OTTOBRE | DANCEHAUSPIÙ ore 18.00+19.30+21.00
VETRINA ITALIA DOMANI / Under35 in Scena
L.S.D.P.
progetto di GianMarco Porru con il Centro Nazionale di Produzione della Danza DanceHauspiù
musiche originali Gilda Manfrin
con il supporto di DanceHauspiù e Sardegna Film Commission
selezionato per Mediterranea 19 – School of Waters
produzione Centro Nazionale di Produzione della Danza DanceHauspiù, MilanOltre Festival
L.S.D.P parte da una rilettura e decostruzione dell’opera Le sacre du Printemps di Igor Stravinsky, capolavoro scritto tra il 1911 e il 1913, coreografato da Vaclav Nižinskij e presentato nel 1913 al Téâtre des Champs-Élysées. Nel processo di creazione di L.S.D.P, Le sacre du Printemps è utilizzato come lente per analizzare quelle pratiche comunitarie del Mediterraneo che impiegano il tempo libero come forma di aggregazione, con un particolare focus su quelle celebrazioni pagane legate alle stagioni e agli eventi socio-economici che segnano una transizione. Con le musiche originali di Gilda Manfrin il lavoro si muove prendendo in considerazione quei linguaggi del corpo cinesici/coreografici utilizzati e messi a punto nel tempo da corpi individuali e gruppi corali in occasione di queste celebrazioni rituali. I danzatori isolano, ripetono e rielaborano schemi di movimento e abitudini cinetiche documentate nei musei etnografici, nei filmati amatoriali e nella memoria corporea vivente delle persone. L.S.D.P è l’esito di un progetto di ricerca performativo a lungo termine iniziato nel 2019, grazie al supporto di DanceHauspiù e la SardegnaFilm Commission. Parte del progetto è stato selezionato per Mediterranea 19 – School of Waters. La ricerca artistica di GianMarco Porru è legata alle narrazioni culturali, in particolare ai racconti scritti e orali all’interno di specifiche comunità. Si lega inoltre alle storie raccontate attraverso immagini che emergono nella cultura materiale popolare, nel folklore, nei rituali comunitari e religiosi, nonché nella museografica vernacolare e nelle sue esposizioni. La ricerca condotta su questi archivi discorsivi e visivi spesso nasce da un interesse per le analisi e le metodologie antropologiche ed etnografiche e si sviluppa successivamente nella creazione di azioni performative. In questa cornice, emerge un interesse per l’atteggiamento umano in relazione agli elementi naturali e al modo in cui questa relazione ha creato sistemi di credenze e schemi organizzativi per il mondo (ad esempio verticalità spirituale e metafisica o orizzontalità comunitaria). L’obiettivo delle azioni performative è quello di interrompere o rallentare il ritmo dell’ordinario e di questi piani regolatori. Nella più recente indagine, Gianmarco Porru osserva in particolare come gli umani, inseriti in un preciso contesto geopolitico, conformazione naturale e spirituale, ne utilizzino le caratteristiche per produrre storie, azioni, forme di coscienza e infine quei mostri che superano i sistemi organizzativi.
GIANMARCO PORRU nato a Oristano e con base a Milano, si forma presso l’Accademia di Brera e porta avanti la formazione nel campo del teatro. Nel 2020 partecipa a BACK_UP di Fondazione Nivola. Nel 2019 viene selezionato per il programma di formazione Q-Rated La Quadriennale di Roma presso il Museo MAN e per il laboratorio del Teatro Valdoca diretto da Cesare Ronconi, partecipa a Teatrum Botanicum. Tra i suoi lavori: Senza Titolo (molto vicino al cielo) e MALEDETTA. La ricerca artistica di GianMarco Porru si concentra sui racconti scritti e orali che costituiscono il patrimonio culturale di specifiche comunità, avvicinandosi all’etnografia e all’antropologia per la creazione performativa.
MilanOltre Festival
INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI E PREVENDITA
Teatro Elfo Puccini, C.so Buenos Aires 33, Milano
tel. 02.00.66.06.06 – biglietteria@elfo.org
Prezzi: da 20 a 12 euro (inclusi diritto prevendita)
Abbonamenti/Card: da 100 a 36 euro. www.milanoltre.org
(Foto a cura dell’ufficio stampa di Spellbound Contemporary Ballet)
Michele Olivieri
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