Turismo delle radici: partire alla scoperta di sé stessi

Chi nasce in un paese diverso da quello dei propri genitori o nonni, impara a conoscere e ad amare quella seconda patria attraverso i racconti, più o meno permeati di nostalgia, dei suoi familiari. Ne conosce tradizioni e ricette e, a volte, vi ha trascorso qualche vacanza. Sa che una parte della sua storia è rimasta impigliata in quelle strade tanto lontane e che, per conoscersi meglio, deve ripercorrerle e approfondire, vivendoli, quei ricordi a volte sbiaditi, a volte abbelliti, che hanno inciso sulla sua educazione e sulle sue abitudini.

Sono molti gli oriundi italiani che partono alla ricerca di quella parte del loro passato. Il loro è un turismo diverso, è il cosiddetto “turismo delle radici”.

Cosciente di ciò, il ricercatore Giuseppe Sommario ha sviluppato un progetto di ricerca, condotto dall’Osservatorio permanente sulle Radici Italiane (ORI) dell’Associazione AsSud, intitolato “Scoprirsi italiani: i viaggi delle radici in Italia”. Il progetto, sostenuto dal Maeci, si propone come strumento utile a individuare il profilo, l’identikit del viaggiatore delle radici, attraverso la somministrazione di un questionario anonimo.

L’Osservatorio, costituito da Giuseppe Sommario (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Delfina Licata (Fondazione Migrantes), Marina Gabrieli (Raiz Italiana) e Riccardo Giumelli (Università di Verona), sta lavorando da tempo al tema del turismo delle radici. In particolare “Scoprirsi italiani”, fortemente sostenuto dal MAECI, è un progetto di ricerca finalizzato a una pubblicazione, che raccoglierà gli esiti empirici e teorici del questionario messo a punto e navigabile in 6 lingue (http://festivaldellespartenze.it/). A questo link il questionario sulle proprie preferenze di località da visitare indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.

Una iniziativa di grande importanza sia per l’Italia sia per chi vive all’estero perché mostrerà, con dati inconfutabili, fino a che punto gli italiani all’estero e i loro discendenti, contribuiscono alla crescita anche del settore turismo, fondamentale per l’economia italiana.

Particolare da sottolineare è che ciò che distingue questi turisti dal resto delle persone che si spostano solamente per conoscere nuove realtà, è che il loro viaggio non si ferma nelle città più grandi e conosciute, ma spesso si dirige verso paesini sperduti, angoli dimenticati d’Italia, dai quali sono partiti genitori o nonni.

Conoscere e valorizzare questo turismo permetterà alle nuove generazioni di sentirsi più unite all’Italia e di conseguenza a stimolare un loro flusso turistico fisso, che, come ricaduta, avrà una maggiore diffusione dei prodotti italiani e in generale del made in Italy.

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