Smart working: evoluzione del modello di lavoro tradizionale
di Arianna Caracciolo
Nuove e più complesse forme di flessibilità lavorativa hanno iniziato a diffondersi, tra cui posizioni e orari di lavoro flessibili, sulla base della rimozione dei vincoli sullo spazio e sul tempo di lavoro. Questa nuova possibilità è molto apprezzata dai lavoratori e svolge un ruolo importante nella loro decisione di farsi assumere, mantenere o lasciare un lavoro.
L’emergenza sanitaria ha dato una consapevolezza nuova ad aziende e lavoratori: “smart working” riguarda ormai in Italia milioni di persone e non è più una minoranza. La sensazione è che il lavoro in questa modalità sia stato finora vissuto come un fatto laterale, quasi di nicchia, non certo un’opportunità globale e sostenibile dal punto di vista ambientale, da cogliere al volo. Poi è arrivato lo tsunami dell’emergenza Covid che ha cambiato quasi tutto, anche il mondo del lavoro.
E’ stato un cambiamento violento. Ha avuto un suo picco (e ci siamo ancora) e fisiologicamente sta avendo una sua discesa alla fine dell’emergenza. Si è quindi passati dai 570 mila impiegati in aziende “smart working” prima della pandemia Covid (stime del Politecnico di Milano), agli 8 milioni durante il lockdown. Il tutto nel giro di appena qualche settimana.
Ma ci sono altri dati interessanti, come quelli di una ricerca della Fondazione Di Vittorio: c’è un 94% che si trova d’accordo sul fatto che lo smart working fa risparmiare il tempo perduto ogni giorno sulla direttrice casa-lavoro-casa, che consente più flessibilità, che da la possibilità di lavorare efficacemente per obiettivi e, non ultimo, permette di bilanciare meglio i tempi di lavoro e tempo libero. E c’è un 71% che lavorando a casa soffre nell’avere meno occasioni di confronto e di scambio con i colleghi e, in più, soffre anche l’aumento dei carichi familiari. Di sicuro il 60% continuerebbe, magari con una formula mista.
Lo smart working viene fornito con un compromesso.
Da un lato, i luoghi di lavoro e le ore flessibili hanno potenziali vantaggi: i lavoratori riducono i costi di pendolarismo e le imprese ottimizzano i loro costi (illuminazione, riscaldamento o aria condizionata, mense, pulizia, ecc.). Inoltre, la rimozione dell’orario fisso di lavoro consente ai dipendenti di gestire meglio il loro tempo in base alle loro preferenze. Possono godere di pause lunghe o brevi per motivi personali o familiari, e possono adattare le ore di lavoro ai cambiamenti e alle circostanze della vita senza alterare il loro compenso.
Ciò aumenta la loro soddisfazione e l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, il che rende questa disposizione auspicabile per i lavoratori. Parallelamente, le imprese possono ottimizzare premiando i dipendenti in base a una produttività efficace piuttosto che alle ore di lavoro effettuate. Le imprese possono anche trarre vantaggio dalla riduzione dei costi fissi e dei giorni di assenza, aumentando così la loro competitività.
D’altra parte, lo smart working solleva diverse preoccupazioni.
Lavorare al di fuori del luogo di lavoro può ridurre l’impegno dei lavoratori. Inoltre, riducendo le interazioni tra lavoratori e tra lavoratori e supervisori, vi è il rischio di una riduzione della produttività, in particolare nei lavori con interazioni elevate. Infine, la confusione dei confini tra lavoro e casa può aumentare le ore di straordinario e i livelli di stress dei dipendenti e peggiorare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata.
C’è poi un fattore molto importante da non trascurare: il rapporto di fiducia!
Dal lato dell’impresa, l’aspetto più importante del gestire un team che lavora quasi interamente da casa, è proprio la fiducia. Fidarsi dei propri dipendenti, del fatto che vogliono lavorare perché credono in quello che fanno e si sentono parte di un progetto più grande. Per questo motivo in molte aziende che operano in modalità smart working, ognuno segna autonomamente le ore in cui ha lavorato.
Si lavora sulla base di obiettivi stabilti, non ci sono controlli (a parte il computer a poter registrare ogni tua mossa, calcolare tempi e statistiche) come chiamate regolari per vedere che si sta veramente lavorando o la richiesta di avere la telecamera accesa tutto il tempo per permettere ai capi il controllo di presenza. Nella nostra società il lavoro tradizionale spesso si basa sul controllo e la sfiducia, il lavoro flessibile invece deve creare nuove opportunità e basarsi anche sulla fiducia, per poter funzionare bene.