“Sul fondo del barile. Crisi sociale e recupero del sé “
di Arianna Caracciolo
“Sul fondo del barile. Crisi sociale e recupero del sé ” è un saggio rivolto all’energia sepolta sotto le macerie causate da una cultura materialista, da una concezione della politica ridotta a economia, da una visione dell’uomo come merce. L’autore del libro, Lorenzo Merlo (Milano, 1958) è giornalista, fotografo e guida alpina. Ha scritto su diverse testate sportivo-turistiche e tutt’ora collabora con gognablog.com e altri canali di informazione online occupandosi di ambiente, comunicazione, sicurezza e politica estera. È autore di “Sardegna wind and surfer spot” (Victory Project Book, 1993) e “Afghanistan: fede, cuore, ragione” (V.P.B., 2011). “Essere terra. Viaggio verso l’Afganistan” (Prospero Editore, 2019). Libro presentato lo scorso febbraio a Courmayeur, per la ressagna “Autori in Vetta” e in testa al Premio Nazionale Internazionale di Letteratura (Como), nella sezione dedicata alle opere di viaggio.
Sul fondo del barile di Lorenzo Merlo è un libro che offre spunti e a volte chiede attenzione, narra lo sfascio delle ideologie della destra e della sinistra, passa dalla genesi del populismo, scorre i limiti del materialismo e quelli di un’umanità ridotta a economia. Non tralascia l’egemonia occulta dei poteri finanziari, critica la scienza meccanicistica, osserva l’avvento del sincretismo tra tradizioni sapienziali e nuova scienza, propone una modalità spirituale per sfruttare la crisi totalizzante: identifica la prospettiva attraverso la quale l’uomo del prossimo paradigma vivrà il mondo. Sul fondo del barile, tra le macerie che tengono in piedi pericolanti facciate del passato, c’è la nuce dell’uomo circolare.
“Sul fondo del barile. Crisi sociale e recupero del sé” si può identificare in tre tipi di lettori: chi trova conforto alle proprie posizioni; chi è in cerca del significato di apertura; chi cerca come svincolarsi dalle proprie chiusure. Quell’energia è allo stesso tempo una potenzialità e un filone di bellezza che già qualcuno sta raccogliendo. Questo qualcuno è l’uomo circolare, ovvero colui che ha capito che questo mondo non sarà mai la sua casa se egli non si assume le sue responsabilità nel mondo. Nel seguito una parte di estratto del saggio.
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È una base sostanziale per un cambiamento culturale. Se prima senza volerlo eravamo scivolati nel grande imbuto del pensiero unico, quello che ci ha fatto credere che la globalizzazione non avesse controindicazioni; che dietro il dito business is business davvero nessuno potesse vederci; che l’economia potesse a diritto capeggiare la piramide della vita, ora si percepisce che l’esigenza di una dimensione spirituale non è più solo embrionale in uteri sparsi nel cosmo della società e sconosciuti tra loro.
La qualità della vita, a partire dal Butan, non è comprimibile nel Prodotto Interno Lordo. In quello semmai ci starà la miseria di ancora vuole eleggerlo ad indicatore della qualità della politica. Non a caso gli stessi che reificano lo Spread più di quanto facciano con le cose, le persone.
Ma se la nuce di una luce, che gli affanni della sopravvivenza avevano dimenticato nel sottoscala dei valori, è rimasta accesa in questi anni di politica disumana, e però non basta a soddisfare il sentimento di chi non si è mai sentito materialista, meccanicista, positivista. Quella nuce di luce ha bisogno delle personali rivoluzioni affinché l’utopia che ci hanno fatto credere fosse solo una bella idea possa compiersi e reificarsi in educazione, in politica, in quotidiano, in vita, valori, bellezza.
È il compito di un uomo nuovo, circolare, protagonista del nuovo paradigma. Un uomo che cerca in sé quanto per troppo tempo è stato indotto a cercare fuori da sé. Il solo uomo che sarà in grado di compiere il cambiamento. Il solo capace di imparare dalla propria sofferenza piuttosto che pretendere la cura dagli altri.
È troppo? No, è niente per tutti coloro che già sono in marcia verso la personale evoluzione. Per tutti coloro che sono l’incarnazione di una verità tanto banale quanto occulta: senza il personale cambiamento, nessuna società diversa da quella che critichiamo potrà essere generata. E non la lasceremo orfana.
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Un nuovo paradigma
Oggi siamo avveduti delle carte che abbiamo in mano. Non vogliamo più giocarle dietro consiglio di qualcuno o di qualcosa d’altro che non sia il nostro sentire.
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Il progresso ci ha messo all’angolo di noi stessi. Ci ha comprato come con gli specchietti comprava i nativi e i colonizzati. È bastato un benefit o un mutuo per la tv al plasma. Ci ha devastato lo spirito creativo.
È tempo di riprenderlo.
Foto: copertina Sul fondo del barile. Crisi sociale e recupero del sé (Lorenzo Merlo)
FORMATO A5 – PAGINE 182 – PRIMA EDIZIONE OTTOBRE 2018