Federico Garibaldi: un campione a tutta velocità

Partito dal suo paesino ligure alla conquista del mondo del canottaggio.

 

Di Ilaria Salerno

SANTO STEFANO AL MARE. Il bel Federico Garibaldi nasce il 17 ottobre del 1994 a Genova, ma da sempre vive a Santo Stefano al Mare in provincia di Imperia. All’età di soli 10 anni scopre, grazie alla sua famiglia, la passione per lo sport del faticosissimo canottaggio. Una passione tramandata dal nonno, Federico Ramella, fondatore della Canottieri di Santo Stefano al Mare.

Nel 2004 Federico inizia la sua carriera agonistica nel settore giovanile partecipando a numerose gare nazionali ed internazionali. Nel 2011 dopo tanti sacrifici vince la sua prima medaglia mondiale di Coastal Rowing a Bari, classificandosi terzo. Nel 2012 veste per la prima volta la maglia Azzurra nel canottaggio Olimpico vincendo la Coupe de la Jounesse a Banyoles in Spagna; nel 2013 é per la prima volta Campione del Mondo di Coastal Rowing ad Helsingborg in Svezia, ripetendo lo stesso straordinario risultato l’anno successivo a Salonicco in Grecia.

Nel 2014 partecipa ai mondiali universitari a Gravelines in Francia e qui si classifica secondo. Nel 2015 vince ben cinque titoli italiani e partecipa ai Mondiali di Lima in Perù. E poi nel 2016 partecipa ai Mondiali Universitari a Poznan, in Polonia dove si piazza quarto nel singolo e ottiene la medaglia di Bronzo di Coastal Rowing a Monaco. E poi ancora, e siamo nel 2018, partecipa ai Mondiali universitari a Shanghai, come capitano della spedizione azzurra, vince la medaglia d’argento nel Quattro senza e la medaglia di Bronzo nella specialità dell’Otto; mentre nel 2019, in soli quindici giorni, Federico conquista numerosi titoli italiani e vince la tappa del Campionato del Mediterraneo a Sanremo: il mese scorso ha conquistato il titolo di campione del mondo ai mondiali di Coastal Rowing, che si sono disputati ad Hong Kong. Dopo queste vittorie lo abbiamo incontrato a casa sua per conoscerlo meglio.

Hai ottenuto tantissimi risultati a livello nazionale, internazionale e addirittura mondiale, ma quanto tempo un atleta del tuo calibro deve dedicare agli allenamenti?

Nel periodo invernale mi alleno tre ore al giorno tutti i giorni della settimana anche se non è facile conciliare studio e allenamento frequentando l’università. Nel weekend, quando ho più tempo libero o in prossimità di gare importanti mi alleno anche due volte al giorno, mattino e pomeriggio per un totale di sei ore circa. Il mio allenamento inizia sempre con il riscaldamento e la ginnastica, se le condizioni meteorologiche non mi permettono di uscire in barca, uso il remoergometro, un attrezzo meccanico poggiato a terra che simula il gesto atletico del canottaggio. Se invece il tempo mi permette di uscire in barca mi alleno per circa un ora e mezza, dopo di che dedico una decina di minuti al defaticamento in modo da recuperare la fatica e quando torno a terra dedico il tempo rimanente all’allungamento e allo stretching in palestra”.

Il tuo è uno sport che richiede quindi tanti sacrifici, in che proporzione contano: mente, cuore e corpo in quello che fai?

“Il canottaggio è un sport molto tecnico, quindi oltre ad avere una buona prestanza fisica devi saper esprimere bene la forza in barca e spostare bene il peso. La corporatura quindi è importante ma fino ad un certo punto. Il canotaggio è 80% mente, gli allenamenti sono abbastanza pesanti e non hai giorni di pausa, bisogna saper gestire il dolore e mantenere la concentrazione. Il cuore per me è la passione verso questo sport ed è ciò che ti da la forza di andare avanti nonostante la stanchezza. Quando sei quasi al traguardo e sei esausto il cuore riesce a darti quella spinta in più verso la vittoria”.

La tua famiglia, proprio quella che ti ha tramandato la passione per il canottaggio, che ruolo ha avuto nella tua splendida carriera sportiva?

Sicuramente la mia famiglia ha avuto e ha ancora oggi un ruolo molto importante nella mia carriera sportiva. Mio nonno Federico Ramella, ha fondato la Canottieri di Santo Stefano al mare tramandando poi la passione per il canottaggio a mio zio, attuale allenatore della Canottieri, che poi l’ha trasmessa a me. I miei genitori mi hanno sempre spronato a dare il meglio e mi hanno sempre supportato accompagnandomi nelle varie gare, anche quelle più lontane. Hanno fatto tanti sacrifici per me e ogni volta che ottengo un buon risultato il mio primo pensiero va a loro. All’inizio della mia carriera la mia prestanza fisica non era come ora quindi non ottenevo buoni risultati e mi scoraggiavo, praticavo sia calcio che canotaggio quindi rispettare tutti gli allenamenti e gli impegni sportivi diventava pesante. Verso i 15/16 anni ho sviluppato la mia corporatura e ho iniziato così ad ottenere buoni risultati. Ho scelto di lasciare il calcio dedicandomi solo al canottaggio e così facendo a 18 anni ho vinto la mia prima medaglia ai mondiali. La vittoria del mondiale è stata una della soddisfazioni più grandi della mia vita che ha ripagato tutti i sacrifici miei e della mia famiglia”.

Quella che è stata quindi la tua prima vittoria ai mondiali di Coastal Rowing si può definire il ricordo più bello della tua carriera sportiva?

Decisamente sì, vincere i mondiali di Coastal Rowing ad Helsingborg in Svezia insieme a mio fratello è stata una delle più grandi emozioni per me. Era il 2013, avevo appena finito la maturità e mi sono allenato duramente per mesi, mi alzavo alle sei del mattino rinunciando tante volte a uscire con i miei amici. Fin da subito ho affrontato i mondiali con umiltà ma con tanta determinazione. Non ho realizzato subito quello che stava succedendo, la vittoria dei mondiali per me era un sogno che si era realizzato. Ho vissuto la stessa emozione nel 2014 e quest’anno vincendo il mio terzo mondiale ad Hong Kong, in Cina”.

Hai un consiglio da dare per quei giovani che si vogliono avvicinare a questa faticosa disciplina sportiva?

Il primo consiglio che mi sento di dare è di non scoraggiarsi se i risultati non arrivano subito, bisogna lavorare duramente e ogni cosa arriverà a suo tempo. All’inizio non sarà facile organizzarsi soprattutto per chi nel frattempo studia o lavora, a me tante volte è capitato di dover studiare fino a tarda sera. Sicuramente questo sport non è per tutti ma ha tanti lati positivi. A me, ad esempio, il canotaggio ha dato la possibilità di visitare posti nuovi, di stare a contatto con la natura e di fare nuove amicizie, mi ha insegnato inoltre che lo spirito di gruppo è la chiave del successo. In una squadra è fondamentale il rispetto reciproco e la stessa unità d’intenti nel voler raggiungere l’obiettivo comune prefissato”.

Dopo questo interessante incontro, a questo punto, se volete saperne di più sulla professione del bellissimo e simpatico Fabrizio, potete seguirlo nelle sue pagine social Facebook: Federico Garibaldi e su Instagram: @garibaldifederico.

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