Chi sono Le mille bolle blu, vincitrici della seconda edizione del Festival SanremoCantaNapoli
Di Giulia Chiuso
SANREMO. La seconda edizione di SanremoCantaNapoli, tenutasi nel Teatro dell’Opera del Casinò Municipale di Sanremo dal 25 al 27 settembre 2019, si è conclusa tra le polemiche, ma con una solida certezza: la vittoria del quartetto polifonico LE MILLE BOLLE BLU con l’inedito ‘E paole pe’ dispietto, con testo scritto da Andrea Basile e Gianni Gugliotta, e arrangiamenti di realizza Andrea Basile e Francesco Mattiello.
Le mille bolle blu sono un gruppo formato da quattro giovani ragazze giunte da Caserta: Fancesca Russo, 25 anni, nata ad Aversa, si appassiona alla musica grazie al papà, ma arriva a coltivare il canto solo dopo aver studiato danza e recitazione; entra a far parte del quartetto nel 2012. Elena D’Amico, 22 anni, nata in provincia di Napoli, si accosta alla musica all’età di 10 anni, grazie al suo maestro che coglie il suo talento, dopo averla sentita cantare un brano ad un musical scolastico; inizia così a prendere lezioni private di canto, fino ad iscriversi al Conservatorio di Salerno, dove ha quasi raggiunto il diploma di laurea; entra nel quartetto nel 2016. Antonia Di Maio, 23 anni, di Marcianise, si avvicina alla musica da bambina, iniziando a prendere lezioni di violino; successivamente si dedica al canto e la passione cresce sempre di più, fino a che sceglie di iscriversi al Conservatorio di Salerno, per studiare canto pop; anche Antonia è prossima alla laurea e fa parte del gruppo dal 2014. Costanza Marotta, 20 anni, di Maddaloni, si accosta alla musica all’età di 9 anni, quando scopre il suo talento durante le prove per una recita scolastica, dopodichè continua a coltivare la sua passione e lo studio per questa disciplina, fino alla scelta di iscriversi al Conservatorio di Benevento, che inizierà quest’anno, seguendo il corso di Canto Jazz; entra a far parte del quartetto a marzo del 2019.
Ognuna di voi è entrata a far parte del quartetto in un momento differente: com’è nato il gruppo e come vi siete conosciute?
Come potrai aver capito, il quartetto non è nato da noi, ma da un’idea di Gianni Gugliotta, il nostro direttore artistico, una vera istituzione del teatro, a Caserta e non solo, perché è stato regista, attore, autore e anche bassista durante la giovinezza. Gianni ha pensato di creare un gruppo che potesse ricordare il Quartetto Cetra o che, comunque, si rifacesse ai gruppi vocali degli anni Quaranta, ma con un’energia del tutto nuova. Il gruppo esiste da diversi anni, ma prima era costituito da altre donne e ragazze, anche estremamente brave, ma che per qualche motivo si sono, ad un certo punto, allontanate: non è semplice andare d’accordo e non cedere alle pressioni esterne. Noi ci siamo aggregate piano piano: era necessario raggiungere un giusto equilibrio tra le voci e Gianni ha lavorato tanti anni prima di riuscire a creare questa formazione. Resta il fatto che stringiamo i denti e lottiamo ogni giorno per restare a far parte del quartetto, perché nulla è scontato e sappiamo che in molte aspirano a entrarvi.
Studiare e lavorare da solisti/e è già sicuramente difficile, ma all’interno di un quartetto deve esserlo ancora di più: come vivete questo rapporto?
Facilmente tra le donne può nascere una competizione non bella, ma noi siamo la dimostrazione che le donne stesse, unite, possono costruire invece, cose bellissime: l’arrivo di Costanza nel nostro gruppo, così giovane, nel marzo di quest’anno, è stata una ventata di aria fresca ed è diventata per noi un elemento unificante, che ci ha rafforzate. La sua genuinità e la sua trasparenza ci hanno riportate ad un’originario archetipo di gruppo, privo di sovrastrutture, che ci permette ora di essere profondamente legate. In questo modo riusciamo a vivere una realtà fatta di forti emozioni e voglia di crescere insieme, in cui competizione e apparenza restano fuori. Ad esempio – parla Francesca – io nel gruppo sono l’unica del gruppo che non studia canto al Conservatorio, bensì Giurisprudenza, e spesso sorgono in me domande di carattere tecnico, a cui da sola non potrei rispondere: le mie compagne sono sempre pronte ad aiutarmi, senza mai farmi sentire in difetto. Non è da tutti.
Cosa significa per voi far parte de Le mille bolle blu e come mai avete deciso di iscrivervi al Festival di SanremoCantaNapoli?
Noi proviamo e studiamo quotidianamente, per ore e ore: è senza dubbio un grosso impegno, attraverso cui però abbiamo oggi la soddisfazione di aver costruito un repertorio, anche piuttosto ampio, ma in cui la canzone classica napoletana è presente solo marginalmente. Allora abbiamo deciso di iscriverci al concorso di SanremoCantaNapoli proprio per metterci alla prova e crescere, allargando il nostro bagaglio, e sfidandoci portando sul palco un inedito di questo tipo. Per cui non pensavamo certo di vincere, anche se saremmo bugiarde a dire che non ci sperassimo con tutto il nostro cuore. Sapevamo che in gara c’erano molti concorrenti con più esperienza di noi e pensavamo di non avere speranza: questo, tuttavia, ci ha spinte a dare il meglio di noi sul palco.
Come nasce il vostro inedito ‘E paole pe’ dispietto, con cui avete vinto questa seconda edizione di SanremoCantaNapoli?
Per questo inedito con un ritmo così latin, che rimarca la vitalità di chi ama, sicuramente dobbiamo ringraziare il nostro direttore musicale, Francesco Mattiello, che ha curato gli arrangiamenti, in modo tale che potessero vestirci alla perfezione: siamo molto giovani e forse un testo estremamente classico napoletano non sarebbe stato adatto a noi. Il brano racconta quello che ognuna di noi potrebbe vivere in ogni momento della propria vita: la storia di due persone allo stesso tempo simili e distanti, forti e vulnerabili, decise e dubbiose, ma anche la storia di chi non si arrende al tempo che passa, che attende senza smettere di credere al proprio cuore e di chi non ha paura di mettere in gioco il proprio orgoglio per un amore che non può perdere. Chi vive questa esperienza, in mezzo a cento pensieri, ha parole che rimangono chiuse in gola e che, quasi per dispetto, vanno su e giù e non usciranno mai.
Volete lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Sì, volevamo innanzitutto chiarire che dietro la nostra vittoria non c’è mai stato alcun progetto: siamo partite da Caserta, con la nostra valigia e il nostro piccolo bagaglio di conoscenze ed esperienze, senza alcuna presunzione e soprattutto senza alcuna casa discografica alle nostre spalle, ma soltanto con accanto persone che hanno investito tempo e denaro su di noi. Se ci guardiamo indietro, siamo soddisfatte e incredule di tutta la strada percorsa e possiamo dire di avercela fatta con le nostre forze, insieme.