Pistoletto a Sarajevo
Michelangelo Pistoletto è un pittore e scultore italiano, nonché uno dei maggiori protagonisti del movimento dell’Arte Povera.
Nato a Biella, Pistoletto ha presentato le sue prime mostre personali a Torino, nel 1955 e nel 1960, iniziando così la sua lunga e brillante carriera, che ancora il 2 giugno scorso lo ha portato a Sarajevo,a presentare e donare una delle sue opere più importanti: “Il Cubo Multiconfessionale”.
L’artista italiano è stato ricevuto per l’occasione dal presidente del Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina, Denis Zvizdic, e dal nostro ambasciatore Nicola Minasi, proprio su iniziativa dell’Ambasciata d’Italia e in occasione della Festa della Repubblica.
L’evento di presentazione da parte di Pistoletto del “Il Cubo Multiconfessionale”, presso la Piazza di Skenderija, ha coinvolto più di 400 giovani provenienti da tutta la Bosnia-Erzegovina, che hanno altresì preso parte alla creazione della sua opera “Terzo Paradiso”, ovvero un simbolo dell’Infinito, rielaborato dallo stesso artista attraverso l’aggiunta di un grande cerchio centrale, concepito come dispositivo di trasformazione e rinascita per una nuova umanità. Sarajevo farà così parte delle città mondiali dove è stato realizzato il “Terzo Paradiso”, che rappresenta un’idea di unità tra mondo artificiale e mondo naturale finalizzata a una concreta armonizzazione degli opposti. Lo stesso Pistoletto a conclusione dei lavori si è sentito in dovere di ringraziare il premier bosniaco per l’ospitalità.
Tra le altre opere fondamentali dell’artista è doveroso citare i “Quadri Specchianti”, che includono direttamente nell’opera la presenza dello spettatore, la dimensione reale del tempo e riaprono la prospettiva.
Nel 2003 Michelangelo Pistoletto è stato insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia, mentre nel 2007 ha ricevuto a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa”.
Un artista poliedrico e ricco di idee, che porta alta la bandiera dell’italianità nel mondo.
Marisol BERTERO