ORCHESTRA DA CAMERA MILANO CLASSICA

pict0014 per sito internet 1030x772

 

 

 

Il CONCERTO PER VIOLONCELLO IN LA MINORE, composto nel 1850 ma eseguito solo postumo nel 1860, è probabilmente l’opera più significativa dell’ultimo tragico periodo della vita di ROBERT SCHUMANN, quello trascorso a Düsseldorf prima del definitivo internamento nella casa per malattie mentali di Endenich. Ci ha sempre meravigliato il fatto che il violoncello, strumento fondamentale in orchestra e nelle formazioni cameristiche, sia stato trascurato quale strumento solista in concerti orchestrali sia da Mozart che da Beethoven che, in genere, dai Romantici (per trovare un precedente a questo di Schumann bisogna tornare al secondo concerto di Haydn 1783); e ciò tanto più perché, per le sue caratteristiche sonore, il violoncello sembrerebbe strumento particolarmente adatto a rappresentare musicalmente i caratteri e le istanze del Romanticismo (e bisognerà arrivare poi a fine Ottocento per ritrovarlo protagonista con Dvorak, Saint-Saëns e Cajkovskij). Il Concerto di Schumann, oltre a conquistare per la bellezza delle linee melodiche, ricche di cantabilità, è interessante anche dal punto di vista formale: si articola in tre movimenti che si susseguono senza soluzione di continuità, con lo strumento solista protagonista assoluto, nei confronti di un’orchestra che, lungi dall’essere antagonista, fornisce un valido ma controllato sostegno al violoncello. La voce calda e intensa dello strumento espone subito il bel tema in la minore, appassionato e romantico, degno del miglior Schumann. L’Adagio centrale è un momento di grande lirismo cui segue il Vivace finale, pagina tanto impegnativa per il solista quanto brillante ed estrosa, degna dello Schumann fantasioso e sognatore delle composizioni pianistiche. Il violoncello mantiene la sua posizione di preminenza e si esibisce in una bella cadenza che, senza indulgere ad un virtuosismo fine a se stesso, conclude l’opera in maniera fresca e vitalistica. La versione del Concerto che ascolteremo stasera si deve a Mario Brunello che ha trascritto per violoncello e archi il Concerto originariamente scritto per violoncello e orchestra sinfonica. EDWARD ELGAR è stato il principale artefice, a fine Ottocento, della rinascita della musica colta inglese dopo quasi due secoli (per trovare, in precedenza, un grande compositore inglese di nascita credo proprio occorra risalire a Purcell, morto nel 1695). La sua musica è di gusto tardoromantico, di ispirazione tedesca. La SERENATA OP. 20, la cui prima esecuzione è del 1892, è l’opera con cui ha raggiunto la notorietà (seguiranno, nel 1899 il suo capolavoro, le “Variazioni Enigma”, e nel 1901 le popolari Marce di “Pomp and Circumstance”). Probabile rielaborazione di una precedente Suite, è pagina garbata e comunicativa, di scrittura raffinata ed aristocratica. Consta di tre movimenti tra i quali spicca senz’altro il Larghetto centrale. L’ANDANTE CANTABILE di CAIKOVSKIJ è nato nel 1871 come secondo movimento del 1° Quartetto per archi op. 11. La pagina ebbe, autonomamente, un grande successo tanto da venire trascritta prima per cello e pianoforte e poi per cello e archi (quest’ultima versione venne eseguita per la prima volta a Parigi nel 1888). È una composizione di grande fascino, espressione di un lirismo semplice e dolcissimo. Il tema sarebbe stato ricavato da una canzone popolare della Russia centrale; e la stupenda melodia, in lento tempo ternario, ha finito per essere una delle più famose ed amate di Caikovskij. Siamo molto lieti che il concerto odierno proponga, in conclusione, una bella pagina di GABRIEL FAURÈ, uno dei massimi compositori francesi, molto importante sia per la qualità della sua musica che storicamente, ma colpevolmente trascurato nei programmi. Nata nel 1880 come movimento lento di una Sonata per violoncello e pianoforte mai portata a termine, l’ELEGIA IN DO MINORE fu dapprima pubblicata nella versione per i due strumenti e poi trascritta per violoncello solista e orchestra d’archi e come tale fu eseguita per la prima volta nel 1901 da Pablo Casals. Pagina di profondo seppur sempre controllato lirismo, ha i toni di una affascinante lamentazione. Una parte centrale più mossa, con una specie di cadenza del solista, porta alla coda che si conclude spegnendosi.

GIOVANNI SCAGLIONE: Dopo il diploma al Conservatorio “N. Paganini” di Genova ottenuto, con il massimo dei voti, sotto la guida di Nevio Zanardi, Giovanni Scaglione segue i corsi di perfezionamento di Michael Flaksman e Antonio Meneses, ricevendo da entrambi attestati di merito. Nel 1997 entra nella Konzert Klasse di Ivan Monighetti presso la Musikhochschule di Basilea dove ha la possibilità di suonare con musicisti quali Sergio Azzolini e Gidon Kremer. Il Concerto per violoncello e orchestra di Schumann, eseguito con la Basel Symphony Orchestra, gli vale come prova conclusiva per il conseguimento del prestigioso Solisten-Diplom. Nel 2001 vince l’audizione nazionale indetta dal C.I.D.I.M. per un posto nel Sestetto Boccherini con il quale si esibisce per le principali società di concerto italiane. Contemporaneamente segue i corsi a Brescia con Mario Brunello e all’Accademia Stauffer di Cremona con Rocco Filippini che, insieme a Salvatore Accardo, lo invita a collaborare nell’ambito dei concerti di musica da camera tenuti al Teatro Olimpico di Vicenza. Nel 2002 entra a far parte del Quartetto di Cremona, formazione che si è imposta negli anni come una delle migliori realtà del panorama musicale internazionale e con la quale svolge tuttora un’intensissima attività concertistica che lo ha portato in sale di grande prestigio in tutto il mondo: dalla Wigmore Hall di Londra alla Konzerthaus di Berlino, alla Victoria Hall di Ginevra e al Teatro Coliseo di Buenos Aires. All’attività quartettistica affianca quella da solista, e ha debuttato nel maggio 2011, in diretta radiofonica dal Quirinale, con un programma per violoncello solo, al quale sono seguiti altri concerti per società musicali italiane come il Lyceum Club di Firenze e la Società del Quartetto di Milano. Si è recentemente esibito per gli Amici della Musica di Firenze (in duo con Angela Hewitt), l’Accademia Filarmonica Romana, la Società del Quartetto di Milano, la Società Filarmonica di Trento, il Trasimeno Music Festival, il Festival Alfredo Piatti di Bergamo, Polincontri Classica a Torino, l’Accademia di Musica di Pinerolo, il Mantova Chamber Music Festival. Dal 2011 è docente di Quartetto e Musica da Camera presso l’Accademia Stauffer di Cremona, e dal 2013 insegna violoncello a Genova, presso il “Master for Strings”. Suona un violoncello Don Nicola Amati (1712, Bologna), gentilmente prestato da Kulturfonds P.E.Eckes.

L’ORCHESTRA DA CAMERA MILANO CLASSICA nasce nel 1993 raccogliendo l’eredità di una gloriosa istituzione milanese, l’Angelicum. Da allora la stagione di concerti che presenta in uno straordinario luogo della città di Milano, la Palazzina Liberty di Largo Marinai d’Italia, diventa un punto di riferimento fisso per il pubblico milanese. Dedita a un repertorio eclettico, grazie alla versatilità dei musicisti che ne fanno parte, Milano Classica estende oggi il suo campo di interesse essenzialmente alla musica del periodo Barocco e dell’Ottocento. A fianco della stagione in sede, Milano Classica si è esibita come orchestra ospite in alcune delle più prestigiose sale italiane e straniere (Svizzera, Germania, Austria, Belgio, Slovenia, Spagna, Turchia, USA), collaborando con direttori e solisti di fama internazionale. Ha suonato ai Festival di Ankara, di Lubiana, delle Fiandre, Eté Mosan, Fanfare Festival (Louisiana) e per lo Schubert Club (St. Paul, Minnesota), per Vassar College (State of New York), l’Oratorio del Gonfalone (Roma), etc. Molti i compositori che hanno scritto appositamente per l’Orchestra e numerose le incisioni (Dynamic, Tactus,Vermeer Classics, La Bottega Discantica) premiate dalla critica specializzata. Dal 2014 Michele Fedrigotti ne è il Direttore artistico. Milano Classica realizza inoltre ogni anno progetti per le scuole.

direttore e violoncello solista Giovanni Scaglione

musiche di R. Schumann, E. Elgar, P.I. Caikovskij, G. Faurè

Sabato 25 marzo alle ore 21,00 al Teatro alle Vigne di Lodi

Michele Olivieri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *