KATIA KABANOVA AL REGIO
Mercoledì 15 febbraio, alle ore 20, il Teatro Regio di Torino mette in scena “Katia Kabanova”, di Leos Janácek, con la regia di Robert Carsen. Dopo La piccola volpe astuta della Stagione scorsa, prosegue con Katia Kabanova il progetto Janácek-Carsen, che prevede un titolo del grande compositore ceco riletto dal più geniale dei registi contemporanei. Debutta, sul podio dell’Orchestra e Coro del Regio, Marco Angius, direttore di riferimento per il repertorio musicale contemporaneo. Katia Kabanova, in prima esecuzione a Torino, è una produzione della Vlaanderen Opera, di Anversa e Gand, Belgio. Il teatro di Robert Carsen è fatto di essenzialità, le sue drammaturgie scavano il testo per riportare alla luce i significati più profondi delle opere che mette in scena. Il regista canadese ha approfondito negli anni il suo rapporto con la produzione di Janácek, del quale ha curato, per i più grandi palcoscenici operistici, la regia dei principali lavori del compositore. Per Katia Kabanova, delicato personaggio che soccombe sotto il peso della colpa per aver tradito il marito, Carsen immagina una scena formata da passerelle che galleggiano su uno specchio d’acqua. Questa instabilità, il riflesso delle luci sull’acqua e il perenne fluttuare delle scene, rimandano al mondo di Katia, alla sua spiritualità, alla sua intimità aggredita dalle convenzioni e dai complessi della comunità nella quale vive. La Kabanova di Carsen è un capolavoro di scavo psicologico e al contempo di poetica e tenue bellezza. Marco Angius, direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto, è riconosciuto quale uno dei migliori direttori del repertorio novecentesco, nonché apprezzato interprete di musica contemporanea. A proposito della Katia Kabanova e di Janácek afferma: «La carica emotiva della musica di Janácek e il coinvolgimento drammatico delle sue opere sono assoluti. Nella Kabanova, in particolare, lo stato d’animo dei personaggi emerge chiaramente dalla scrittura musicale, il loro universo emotivo viene delineato in maniera millimetrica da frasi melodiche, intervalli, legature e segni d’espressione attentamente segnati in partitura. Sbalorditivo è anche il rapporto fra le voci e l’orchestra che, in molti casi, sembra voler tradurre in termini strumentali il linguaggio stesso; penso, ad esempio, al tema strumentale di otto note che percorre tutta la partitura, che sembra voler scandire le sillabe del nome completo della protagonista: Katerina Kabanova». Durante le cinque recite dell’opera, dal 15 al 23 febbraio, un cast internazionale di artisti con grande esperienza nel repertorio di Janácek, affronterà la partitura. Interprete di Katia Kabanova è il soprano slovacco Andrea Dankova: artista affermata, si è esibita su importanti palcoscenici tra i quali il Teatro alla Scala, il Teatro Real Madrid, il Colón di Buenos Aires e il Théâtre de la Monnaie di Bruxelles. Il tenore Stefan Margita interpreta Tichon Ivanyc Kabanov, il marito di Katia; dotato di timbro squillante e sorretto da una solida tecnica, Margita è oggi riconosciuto uno dei più autorevoli interpreti dell’arte lirica di Janácek, che ha portato in importanti teatri: dalla Scala alla Royal Opera House passando per la Deutsche Oper Berlin. Il mezzosoprano Rebecca de Pont Davies interpreta Marfa Ignatevna Kabanová, la perfida e cinica suocera di Katia. Apprezzata per il suo timbro brunito e per la carismatica presenza scenica, De Pont Davies è interprete ideale nel rendere il complesso ruolo di Marfa. Completano il cast: il tenore Misha Didyk (Boris Grigorjevic), il basso-baritono Oliver Zwarg (Savël Prokofjevic Dikoj), il tenore Enrico Casari (Vána Kudrjás), il mezzosoprano Lena Belkina (Varvara), il baritono Lukás Zeman (Kuligin), il mezzosoprano Sofia Koberidze (Feklusa), e il tenore Patrick Gandy (un passante). Il nuovo allestimento vede scene e costumi firmati da Patrick Kinmonth, luci di Peter Van Praet e coreografia di Philippe Giraudeau; la regia di Carsen è ripresa da Maria Lamont. Il Coro del Teatro Regio è istruito da Claudio Fenoglio. Katia Kabanova è la sesta opera composta da Janácek; andata in scena a Brno nel 1921 con successo, è oggi riconosciuta quale uno dei migliori lavori del compositore. Janácek, intento a cogliere e a trasferire sul rigo musicale i suoni della vita, lascia con Kabanova un lucido e terribile affresco della società contadina di fine Ottocento. Katia, sposa di Tichon, è costretta a subire le angherie della suocera, Marfa, e del marito. Benché sorretta da una ferrea religiosità, Katia cede alla tentazione e tradisce il marito con l’aitante Boris. La protagonista, vittima del senso di colpa e del giudizio della claustrofobica comunità in cui vive, confessa al marito di averlo tradito il quale, comunque innamorato, la perdona. Il gesto non basta per redimere il peccato e Katia, sopraffatta dalla disperazione e ancora invaghita di Boris, si getta nel Volga. L’opera sarà presentata al pubblico mercoledì 8 febbraio alle ore 17.30, al Piccolo Regio Puccini con una conferenza dal titolo: Katia Kabanova. Il poema delle donne estreme, a cura di Franco Pulcini. L’ingresso è libero. L’opera sarà trasmessa in diretta da Rai-Radio3, mercoledì 15 febbraio alle ore 20, trasmissione condotta da Susanna Franchi e inserita anche all’interno del circuito Euroradio. Come di consueto, l’opera sarà documentata nelle Pillole di Passione di Paola Giunti, visibili sul sito del Regio www.teatroregio.torino.it e sul nostro canale YouTube: direttamente dal backstage del teatro, reportage esclusivi e curiosi sui protagonisti e l’allestimento. I biglietti per tutte le recite di Katia Kabanova sono in vendita presso la Biglietteria del Teatro Regio (piazza Castello 215 – Tel. 011.8815.241/242), on line su www.teatroregio.torino.it, presso Infopiemonte-Torinocultura, i punti vendita Vivaticket e la Biglietteria del Teatro Stabile, e telefonicamente con carta di credito al n. 011.8815.270. Info: tel. 011.8815.557.
Michele Olivieri