RITA DEGLI IMPOSSIBILI
Per la prima volta a Milano uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Laura Marinoni su Santa Rita da Cascia, la Santa dei Miracoli impossibili, figura cardine di una tradizione di lunga data che ancora oggi chiama a sé milioni di pellegrini da tutto il mondo. / “La mia nonna era molto devota. Ogni volta che c’era un problema serio, un esame da affrontare, un dolore, una malattia, lei diceva: “Non preoccuparti, chiedo a Santa Rita”. Certo era un’altra epoca, ma anche mia mamma va da santa Rita. Lei non è una praticante ortodossa, tuttavia Santa Rita non si discute, è una garanzia. Non sapevo nulla di lei, ma quando ho letto la sua storia sono rimasta folgorata. Così il 22 maggio di quest’anno sono andata anch’io a prendere le rose benedette alla Barona. Mi sono ritrovata in una fiumana di gente che faceva la fila sotto il sole per portarsi a casa qualche fiore. Italiani, peruviani, asiatici, tante donne di tanti Paesi, vecchie giovani e bambini. Il suo culto è il più diffuso al mondo, è la santa più potente in fatto di miracoli. Nessuno ne ha fatti più di lei e ancora oggi ci sono testimonianze delle guarigioni più incredibili. Tra maggio e giugno arrivano al Santuario più di un milione di persone da ogni angolo del pianeta. Ho letto la sua storia e ho scoperto che era stata sposata a un poco di buono, che era stata madre prima che monaca, che i suoi due figli morirono adolescenti e che lei stessa lo chiese in preghiera a Dio. Non una vergine, dunque, ma una madre di famiglia, una donna a tutti gli effetti. Figura ambigua anche per la Chiesa, che aspettò vari secoli prima di proclamarla santa. Ho pensato che la nostra idea di santità è spesso così riduttiva, distorta, moralista. Mi sono domandata quale sia oggi il nostro rapporto con queste figure esemplari che usiamo come tramite con Dio, ho avuto voglia di conoscerla di più. Sono partita per Cascia. Sono andata al Monastero dove c’è ancora la vite che lei fece vivere bagnando per un anno un ramo secco, ho visto il suo corpo incorrotto nella teca, sono entrata nella casa in cui ha vissuto, nella chiesa dove si è sposata, ho salito lo Scoglio di Roccaporena, dove andava a pregare in solitudine e da dove – come dice la leggenda – Sant’Agostino, San Giovanni e San Nicola da Tolentino la portarono in volo in convento in una nube di fuoco. Nessuno voleva la moglie di un assassino. Per tre volte provò a chiedere di entrare e per tre volte venne allontanata. La sua esistenza fu divisa in due, il mondo e il convento, separati dal miracolo del folle volo. Non si sa molto della sua vita, tranne che era figlia di due anziani coniugi che avevano perso la speranza di diventare genitori, che fin da piccolissima fu circondata dai miracoli e così fino alla sua morte, quando il falegname storpio che voleva costruire la sua cassa guarì all’improvviso per poter soddisfare il suo desiderio. Da allora pare non abbia smesso mai di benedire i suoi fedeli. E quando morì tutte le campane di Cascia si misero a suonare da sole. I miracoli. Possiamo credere ancora ai miracoli? È la fede che li crea? Ho immaginato di incontrarla nel momento del passaggio. Quando si sta per compiere il suo destino di non ritorno. Mi appassionava l’idea di scrivere il ritratto di una donna che sta per consegnarsi all’estrema rinuncia e all’estrema libertà. Prima di prendere i voti, confusa, affamata, zingara e già santa. Protettrice delle donne infelici, delle donne sole con figli, delle donne perdute. Una Maddalena. Santa degli Impossibili”. (Laura Marinoni). / In scena il 13, 14 e 15 gennaio 2017, collaborazione artistica di Livia Ferracchiati, ideazione costume di scena Gianluca Sbicca, produzione Teatro de Gli Incamminati – Festival Tra Sacro e Sacro Monte. Presso Spazio Banterle di Milano. Info e prenotazioni: biglietteria@incamminati.it / 3482656879.
Michele Olivieri