SOTTO UNA GRAN PIOVA D’ACQUA…
Biglietti esauriti per la Prima Nazionale di “Sotto una gran piova d’acqua…” il 4 e il 5 novembre al Teatro Niccolini di Firenze, evento inaugurale della rassegna “Alluvione. 50 anni dopo” promossa dalla Fondazione Teatro della Toscana. Diretta su Radio3 a cura di Marino Sinibaldi. Il 4 novembre 1966 l’Arno fu protagonista di un’autentica guerra, che non abbiamo più smesso di combattere. Raccontare oggi quella storia, storia d’acqua e resurrezione, per la Fondazione Teatro della Toscana non è una banale cerimonia del ricordo, ma un rito collettivo e fondamentale. Senza fatalismo. E senza dare colpa all’acqua. La narrazione di Sotto una gran piova d’acqua… è sotto il segno dell’Accademia degli Infuocati, storico e redivivo soggetto iniziatore del cammino del Teatro Niccolini, che promuove con la Fondazione Teatro della Toscana un dialogo a tre voci, declinate nei ricordi e nelle memorie di allora: quella di Piero Bargellini, allora sindaco di Firenze e animatore per autorità morale di quei giorni difficili, Enrico Mattei, che dirigeva ‘La Nazione’, e di un sedicenne dell’epoca, il giornalista Massimo Sandrelli, che ha fatto del suo diario dei giorni del diluvio una traccia narrativa poi condivisa con Sandro Bennucci e Marcello Mancini. In scena gli attori della Compagnia delle Seggiole Fabio Baronti, Luca Marras, Andrea Nucci, Sabrina Tinalli. “Sotto la gran piova”, scrisse il Villani raccontando l’alluvione del 1333. Devastante come quella del 1966. Con una differenza: allora il più bel ponte della città, il Rubaconte, venne strappato via dalla forza dell’Arno. Sei secoli dopo, invece, il Ponte Vecchio, unico al mondo con le sue botteghe e l’irripetibile corridoio vasariano, riuscì a resistere alla violenza della corrente. Chi vide la “gran piova” ora la racconta attraverso gli occhi di tre straordinari testimoni: un ragazzo di 16 anni che non sapeva che cosa fosse una calamità naturale; Enrico Mattei, direttore de “La Nazione”, capace di scuotere i palazzi del potere con la sua straordinaria penna, costringendo Roma a rendersi finalmente conto di che cosa era successo a Firenze, correndo in soccorso della città; Piero Bargellini, il sindaco, che stava per essere messo in minoranza dal consiglio comunale, e che invece si fece carico di affrontare l’emergenza e di guidare la ricostruzione. Sotto una gran piova d’acqua… in prima nazionale il 4 e il 5 novembre al Teatro Niccolini di Firenze, evento inaugurale della rassegna “Alluvione. 50 anni dopo” promossa dalla Fondazione Teatro della Toscana, si compone dunque di tre racconti, tre punti d’osservazione, tre stati d’animo diversi declinati e composti dai giornalisti Sandro Bennucci, Marcello Mancini e Massimo Sandrelli. Ma un unico denominatore: il cuore straziato dalla vicenda apocalittica che aveva devastato Firenze. E l’impegno, ognuno con le sue possibilità e il suo ruolo, per dare una speranza e una spinta positiva verso la rinascita. La produzione dell’Accademia degli Infuocati, in collaborazione con la Fondazione Teatro della Toscana, il 4 novembre sarà in diretta su Radio3, la narrazione teatrale di quel tragico evento sarà accostata a documenti d’archivio e a riflessioni con ospiti Giorgio Bonsanti, storico dell’arte e del restauro già direttore dell’Opificio delle Pietre Dure, Luca Bellingeri, direttore della Biblioteca Nazionale di Firenze, Zeffiro Ciuffoletti, storico, intervistati da Marino Sinibaldi, direttore di Radio3. Un racconto unico, vero, struggente. Con un filo conduttore e un ritratto: quello di una Firenze che non piange e reagisce. A differenza del Ponte da Rubaconte spazzato via, il Ponte Vecchio seppe resistere ai terrificanti colpi dei tronchi d’albero trascinati dall’acqua e trasformati in arieti capaci di sventrarlo e di spogliarlo dei suoi ori, delle sue pietre preziose, dei suoi gioielli. Miracolosamente ritrovati, giorni dopo, a Marina di Pisa. Sotto la “piova” di cinquant’anni fa, Firenze diventò un immenso, terrificante lago. E rischiò di scomparire, come una mitica Atlantide, insieme ai capolavori d’arte e cultura attraverso i quali, nei secoli, la città è quel che è, e conta quel che conta. I testimoni protagonisti di questo racconto non fanno solo la storia, ma rivelano il segreto, o il miracolo, dei fiorentini nell’affrontare l’emergenza e superarla fino a far risorgere Firenze.Si ringraziano per il loro contributo Fondazione Cassa Risparmio Firenze, Opificio delle Pietre Dure, Andrea Jengo e Angela Motta (sede Rai Toscana), Teche Rai, Costantino Paolini (CP and Partners Music), Linda Campani, Foto Torrini, New Press Photo, Franco Mariani, Sandro Bianchi, Emanuele Barletti, Lorenzo Auzzi, Giorgio Conti, Marco Sartini, Gabriele Rogai, Cristian Casci, Giuliano Ragonesi, Luciano Dreoni, Pasquale Casertano, Franco Faldi, Roberto Germogli, Franco Casini, Alessandro Bucelli, Mediateca Regionale. Info www.teatrodellatoscana.it
Michele Olivieri