Sanremo: Don Alvise e la Chiesa di San Siro
SANREMO. La Chiesa di San Siro della cittadina ligure, nei secoli, ha ricoperto un ruolo fondamentale nella Liguria, al pari delle Basiliche di San Michele ad Albenga e di San Lorenzo a Genova. La chiesa sorge nel quartiere “Piano” della città, sui resti di un tempio protoromanico, scoperto nel 1947 durante i lavori di restauro effettuati sul basamento della colonna di sostentamento della campana. La Pieve, dedicata al Vescovo di Genova del IV secolo diventato poi Santo, svolse un ruolo fondamentale nelle prime fasi di cristianizzazione della Liguria Occidentale. Al suo interno sono conservati autentici tesori dell’arte medioevale ligure. Don Alvise ci accompagna nella visita della Chiesa e raccontarci che la parrocchia di San Siro fa parte delle chiese giubilari e nel gennaio scorso più di un migliaio di fedeli ha partecipato all’apertura della prima “Porta Santa”.San Siro è la “Chiesa Madre” di Sanremo, è la più antica in zona e risale al secolo XII. Dedicata a San Siro, l’evangelizzatore del IV secolo nelle nostre terre, sorge sui resti di un’antichissima chiesa che probabilmente era posizionata in senso inverso a quella attuale, lungo l’antica via consolare romana che portava all’impero delle Gallie. La costruzione originale è tipicamente romanica, fu barocchizzata durante il 1500/1600 con controfacciate e decorazioni tipiche del costume dell’epoca. All’inizio del ‘900, per volere della popolazione, fu riportata al suo aspetto originale. All’interno si trovano sacre reliquie che tramandano alla gloriosa storia della città matuziana. La più importante è la campana del “Bacì”dedicata a San Giovanni Battista che nel 1753 chiamò con i suoi rintocchi a raccolta i cittadini nella rivolta contro i genovesi. Repressa l’insurrezione della città, il campanile fu abbattuto e portato a Genova come bottino di guerra ed esposto a Palazzo Ducale fino al 1784. Non meno importante è il cosiddetto “Crocifisso Nero”, opera lignea di un autore sconosciuto del XV secolo collegato ad un evento miracoloso: era il 7 agosto 1543, quando a Sanremo giunse la notizia di un’incursione saracena. La leggenda racconta che nel corso di una messa propiziatoria, il Cristo si irradiò di luce e poco dopo la milizia cittadina lo portò in battaglia come vessillo e i Saraceni furono pesantemente sconfitti.
All’interno della Pieve si trovano, inoltre, diversi pregevoli bassorilievi e tabernacoli in marmo che immortalano le figure dei Santi San Siro, San Romolo e San Bernardino da Siena e dietro l’Altare campeggia l’importante pala quattrocentesca del celebre pittore Gerolamo De Rossi, che glorifica i due pilastri portanti della chiesa: San Paolo e San Giovanni Battista. All’esterno della chiesa storico-artistico ci sono le numerose ambivalenti sculture in pietra dette “figure apotropaiche”, scolpite dai maestri comacini intorno al 1200 nella pietra bianca della Turbie, la rocca che sovrasta Monaco, avevano una funzione anti-negatività, come era d’uso comune in quei tempi. I maestri comacini erano eccellenti decoratori e scultori, si spostavano molto e venivano chiamati in tutta l’Italia e l’Europa per abbellire l’aspetto dei più importanti edifici religiosi e civili
Christian Flammia
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