NUOVA STAGIONE DEL BALLETTO AL TEATRO ALLA SCALA

L’incarico che mi è stato affidato e che ho assunto all’inizio di marzo mi ha portato a una duplice condizione: la programmazione necessariamente già delineata e gli accordi artistici stabiliti mi hanno dato da una parte la conferma della altissima qualità della scelta musicale destinata ai balletti (Delibes, Stravinskij, Ravel, Rimskij-Korsakov, Händel, Mendelssohn, ?aikovskij e Prokof’ev, un repertorio musicale strepitoso) e del prestigio dei direttori, con ritorni ma anche con inedite collaborazioni, con Zubin Mehta, Paavo Järvi e Felix Korobov; dall’altra mi hanno dato fin d’ora la possibilità, pur in questa fase di passaggio, di iniziare a lanciare qualche suggestione su quanto vorrei in futuro poter sviluppare ulteriormente, e già ottimizzare alcuni dati con lo sguardo rivolto alla qualità, all’impegno artistico e tecnico del Corpo di Ballo. Fondamentale per il rafforzamento di una compagnia è contare su nuove creazioni, rinnovare il repertorio sia nel rispetto della storia del balletto sia della crescita degli artisti, ma anche mantenere grandi titoli dell’Ottocento e Novecento e dare impulso alla creatività attuale, possibilmente italiana. Soprattutto poter fornire agli artisti del Ballo titoli che sempre più possano far sviluppare le potenzialità che ho già potuto appurare al suo interno, per far emergere nuovi solisti e nuovi primi ballerini, attraverso l’impegno nei ruoli che questi titoli possono offrire: un Corpo di Ballo sempre più protagonista privilegiato, grazie a creazioni cucite su misura, che potranno quindi valorizzare al meglio gli interpreti, e con un equilibrio fra guest e cast di casa. La Stagione 2016-2017 porta un aumento dei titoli, che saranno sette, con quattro creazioni: una nuova Coppélia in apertura di stagione, una nuova Shéhérezade, affidata a Eugenio Scigliano, coreografo che ha già dato prova di qualità artistiche ed espressive con diverse compagnie italiane e non solo, con cui ho voluto fare questa scommessa, nell’ottica di affidare in ogni stagione una creazione a un coreografo italiano, che si associa nella stessa serata a La Valse, progetto coreografico che verrà affidato ad alcuni artisti del balletto scaligero, sotto la mia supervisione: un’iniziativa nuova, stimolante, che la Sovrintendenza ha accolto con grande entusiasmo e che vuole essere una fucina per far sperimentare a livello creativo la compagnia, da sviluppare ogni anno; nuova anche l’ulteriore tappa del progetto su musica da camera, che quest’anno si concentra sull’universo di Händel. Sette titoli in cartellone, ma nove i balletti, essendo due serate strutturate in dittico; accanto alle nuove produzioni, Petruška e Le sacre du printemps a evocare il mondo, le atmosfere e il fermento della creatività dell’inizio del secolo scorso; Sogno di una notte di mezza estate di Balanchine e Romeo e Giulietta di MacMillan, che sono parte della storia del Balletto scaligero e del Teatro stesso, avendo entrambi allestimenti realizzati appositamente per la Scala, e il Lago dei cigni di Ratmansky, nato in coproduzione con Opernhaus Zürich e che a giugno entrerà per la prima volta nel nostro repertorio. (Mauro Bigonzetti / Direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala)
Programma: Léo Delibes, “Coppélia”, coreografia di Mauro Bigonzetti con Roberto Bolle (Nuova produzione Teatro alla Scala). Sedotto dalle atmosfere inquietanti e drammatiche del racconto di Hoffmann, dal mistero di una bambola meccanica e di una ossessione fatale, Mauro Bigonzetti declina la ricca partitura di Delibes in un intreccio di illusioni, di inganni, di realtà e apparenza, di ricordi e di doppiezza, di turbamento e ambiguità, di occhi e sguardi che confondono e che sospingono inesorabilmente verso un punto di non ritorno. Molte sono le versioni coreografiche di questo titolo, nato per il balletto come favola a lieto fine, e documentato alla Scala fin dalla fine dell’Ottocento. A sette anni dalla precedente creazione su questa musica, affiorano dalle pagine del racconto i personaggi-chiave: lo scienziato Spallanzani, l’ottico Coppola, ma soprattutto Nataniele con la sua ossessione, la fidanzata Clara, e Olimpia, perno della vicenda e ispirazione coreografica per l’ineguagliabile fascino del dare anima, movimento e passi a un automa che prende vita.
Igor’ Stravinskij, “Serata Stravinskij” / “Le sacre du printemps”, coreografia di Glen Tetley con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Un omaggio alla genialità di Stravinskij, esaltata dalla direzione di Zubin Mehta, per la prima volta con il Balletto scaligero, per una serata che evoca il fermento creativo dell’alba del secolo scorso, di quella fucina artistica ineguagliabile che fu l’esperienza dei Ballets Russes. Stravinskij, Diaghilev, Nijinskij, Fokin Le sacre du printemps e Petruška: riti pagani e folklore russo, storie ancestrali, universali, capolavori assoluti, simboli e testimoni, alla loro nascita, di un nuovo corso nella storia della musica e del balletto. Petruška tornerà in scena nella versione storica, con la coreografia di Fokin e l’allestimento di Aleksandr Benois, già in repertorio alla Scala e rappresentato per l’ultima volta venti anni fa. Le sacre du printemps di Glen Tetley, nata nel 1974 e vista alla Scala nel 1981, si sgancia invece dai riferimenti storici del passato per concentrarsi su poteri e emozioni suggerite dalla musica, evocando con costumi astratti e senza tempo i cicli di vita e morte, secondo l’alternarsi delle stagioni, affidando a un ballerino il ruolo dell’Eletto.
“La Valse” di Maurice Ravel coreografia a cura dei danzatori del Teatro alla Scala con la supervisione di Mauro Bigonzetti / Nikolaj Rimskij-Korsakov “Shéhérazade” coreografia di Eugenio Scigliano (Nuova produzione Teatro alla Scala). Il fascino dell’oriente, dai racconti di Le mille e una notte, che ispirarono la suite sinfonica di Rimskij-Korsakov e il fascino di Vienna e dei suoi valzer che nella mente di Ravel si uniscono a “l’impressione di un volteggiare fantastico e fatale”. Atmosfere suggestive, evocative, di due straordinarie partiture, catturate dalla danza, all’inizio del Novecento. Ora, catturate dalla bacchetta di Paavo Järvi in questa prima collaborazione con il Balletto della Scala, due nuove produzioni, a testimoniare l’inesauribile ispirazione che questa musica ha fornito e tuttora continua a offrire alla danza. Come, infatti, nella creazione affidata a Eugenio Scigliano, la partitura di Rimskij-Korsakov e la traccia narrativa del primo balletto realizzato su questa musica, nel 1910 da Fokin, portano ad un oggi e concentrano nella figura di Zobeide l’attualizzazione di una storia fatta di sottomissione e sopruso, ma anche di amore e sensualità. E come nell’inedito progetto creativo che vedrà La Valse coreografata da alcuni danzatori del balletto scaligero: una nuova iniziativa, che, sotto la supervisione di Mauro Bigonzetti, si inaugura ora ma che proseguirà e si approfondirà nelle prossime stagioni, come stimolo e fonte di sperimentazione per sviluppare i talenti coreografici all’interno della compagnia.
Georg Friedrich Händel “Progetto Händel” coreografia di Mauro Bigonzetti con Svetlana Zakharova. Prosegue anche in questa stagione il progetto di balletti su musica da camera che da Cello Suites a Il giardino degli amanti ha approfondito un connubio di grande fascino, nell’esaltazione dei dettagli, dei timbri e delle voci di ogni strumento e dei corpi dei danzatori che rispondono alle sollecitazioni musicali. Un vero sviluppo creativo per i musicisti e i danzatori scaligeri, uno stimolo per i coreografi e una vera opportunità per esaltare partiture che come piccoli ma preziosissimi gioielli si aprono a una platea ampia e sfaccettata e si visualizzano in scena amplificando atmosfere e suggestioni. Per una nuova produzione in prima assoluta, Mauro Bigonzetti torna al suo grande amore per la musica antica e barocca, riportando le Suites di Händel spesso eseguite alla tastiera, all’origine: protagonista quindi il clavicembalo, con un respiro che si amplia poi attraverso altre composizioni cameristiche che si arricchiscono di fiati e archi. Un respiro che verrà forgiato sui ballerini scaligeri e sulla étoile Svetlana Zakharova, per la quale Mauro Bigonzetti creerà per la prima volta, assecondando i timbri e i cromatismi delle due diverse situazioni musicali, con un comune denominatore: il fascino del teatro, dell’immaginazione e della fantasia del mondo barocco evocato dalle note di Händel.
Felix Mendelssohn-Bartholdy “Sogno di una notte di mezza estate”, coreografia George Balanchine © The George Balanchine Trust con le Soliste del Corso di Perfezionamento per Cantanti Lirici dell’Accademia Teatro alla Scala, Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Il “Sogno di una notte di mezza estate” di Balanchine e il Balletto della Scala hanno un destino internazionale indissolubilmente legato: con questo balletto la compagnia scaligera ha fatto davvero il giro del mondo, e grazie all’interpretazione e all’allestimento scaligero, il “Sogno” balanchiniano è tornato a vivere più splendente che mai: non un restauro – è stato detto – ma quasi una rinascita, dalla sua prima rappresentazione nel 1962 a New York. Presentato in debutto europeo nel 2003, con nuove scene e nuovi costumi realizzati appositamente da Luisa Spinatelli, dopo aver fatto la sua prima apparizione in Messico, Brasile, Cina, Germania, Turchia, Cipro, Grecia, Russia, Danimarca, il “Sogno” ritorna alla Scala con gli elfi, le fate, Titania e Oberon, gli amanti, Puck, Bottom… la magia di una notte fatata uscita dalla fantasia di Shakespeare e la magia di un divertissement, nel secondo atto, esemplare del più puro stile balanchiniano. The performance of “A Midsummer Night’s Dream”, a Balanchine® Ballet, is presented by arrangement with the George Balanchine Trust and has been produced in accordance with the Balanchine Style® and Balanchine Technique® Service standards established and provided by the Trust.
Pëtr Il’ic Cajkovskij, “Il lago dei cigni” coreografia di Marius Petipa e Lev Ivanov con la messa in scena e integrazioni coreografiche di Alexei Ratmansky. Ancora una volta Ratmansky ha messo la sua straordinaria capacità artistica al servizio della partitura di ?ajkovskij, per il balletto immortale di Petipa e Ivanov, il balletto più amato, quasi simbolo e icona del balletto stesso. Ma – ed è la recensione di Alastair Macaulay sul New York Times a darci una entusiastica chiave di lettura – “la nuova produzione di Ratmansky… ci mostra quanto gli altri ‘laghi’ siano andati alla deriva”, sostenendo che “…questo Lago è diventato la base per giudicare tutti gli altri”. Da un attento lavoro di studio delle notazioni Stepanov ma anche di altri documenti del tempo, Ratmansky torna sui passi di Petipa e Ivanov al Teatro Mariinskij nel 1895, nel rispetto dello stile e delle intenzioni di Petipa, con uno sguardo rispettoso, sensibile e vivo.
Sergej Prokof’ev “Romeo e Giulietta” coreografia di Kenneth MacMillan con Roberto Bolle. Una storia d’amore senza fine, un classico della coreografia sulle immortali note di Prokof’ev, musica straordinaria, ricchissima di emozioni e di dettagli descrittivi, profondamente teatrale e coinvolgente. Tra variazioni tecniche, danze d’insieme e passi a due di grande equilibrio ed eleganza, Romeo e Giulietta di Kenneth MacMillan, in repertorio alla Scala da molti anni, ha visto alternarsi protagonisti indimenticabili e appassionati, nel dar corpo e anima alla vicenda shakespeariana degli amanti veronesi, che MacMillan tratta con profonda attenzione alle relazioni umane, con lirismo e tensione psicologica, senza dimenticare i momenti di humour, attraverso le dinamiche e le emozioni del ballet d’action ben presenti nella musica di Prokof’ev. // (Crediti fotografici a cura di ph Marco Brescia e Rudy Amisano – Teatro alla Scala). // Info: http://www.teatroallascala.org/

                                                                                              Michele OLIVIERI

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