FOCUS DANCEHAUS

Con il “focus DanceHaus” si avvia il progetto triennale che il “Teatro Menotti di Milano” dedica alla danza contemporanea, con spettacoli, residenze e progetti originali. Il focus prevede due appuntamenti con la “Compagnia Susanna Beltrami”, il 24 e il 25 novembre “Dada Tango” di Matteo Bittante e l’11 e il 12 dicembre “Rolling Idols” di Susanna Beltrami, e sarà l’occasione speciale per conoscere più da vicino l’eclettica community di artisti, coreografi e danzatori cresciuta in questi anni all’interno della DanceHaus, “la casa della danza” della città di Milano. Fondata e diretta da Susanna Beltrami a Milano nel 2009, DanceHaus è un’importante realtà nazionale, polo multidisciplinare di alta formazione e luogo specialistico per la ricerca e la diffusione della danza contemporanea. Per espandere i confini delle sue attività, dal 2011, in cordata con ArtedanzaE20 e l’Associazione ContART, è parte del network DANCEHAUSpiù, da poco riconosciuto dal MIBACT come Azione Trasversale/Progetto di formazione del Pubblico per il triennio 2015-2017. Grazie alle numerose collaborazioni, all’interno di DanceHaus si realizza ogni anno un progetto di “site specific” in cui trovano spazio esperienze diverse come le residenze artistiche di giovani compagnie, l’attenzione ai nuovi linguaggi delle danze urbane, la coniugazione con il design, la moda, la musica, il video. Cifra stilistica della Compagnia Susanna Beltrami, che in DanceHaus ha trovato la sua sede naturale, è proprio la contaminazione del linguaggio coreutico con i codici e le espressioni della nuova scena contemporanea, sempre intesa come ricerca di un linguaggio sinestetico, autonomo e originale. Ne sono un chiaro esempio i due spettacoli proposti all’interno del focus, gli ultimi per data di nascita dell’importante e longeva produzione della Compagnia (attiva dal 1998), Dada Tango e Rolling Idols, dove la partitura gestuale del danzatore si anima e amplifica dall’incontro con una scena multiforme e traboccante di suggestioni visive e sonore. Nasce da questa tensione costante la poetica di ogni creazione in cui gli spazi, i segni, i suoni, i corpi, le parole, le voci, le immagini, agiscono insieme e si amalgamano in un’unica partitura complessa. In occasione del primo appuntamento che il Teatro Menotti dedica alla danza contemporanea dal 24 novembre al 16 dicembre sarà allestita nel foyer del teatro la mostra “Pina Bausch: Interpretazione della danza-Immagini del Tanztheater” viste da Maarten Vanden Abeele, accompagnata da un documentario sulla storia dell’espressionismo nella danza diretto da Sonia Schoonejans, curatrice della mostra. Dopo essere stata presentata con successo nelle città di tutta Europa, la mostra giunge finalmente a Milano. Tra il 1990 e il 2000 il fotografo e regista fiammingo Maarten Vanden Abeele ha seguito il lavoro di Pina Bausch scattando centinaia di foto dalle quali è stata tratta una mostra, realizzata a Parigi al Couvent des Cordeliers, che rende omaggio alla forza drammatica della coreografa scomparsa nel 2009. Le immagini più significative da esporre sono state scelte dalla stessa Pina Bausch e da Sonia Schoonejans, regista, scrittrice e critica di danza. 24/25 novembre “Dada Tango”: dopo Tango di Luna con Luciana Savignano, spettacolo di successo, creato nel 2004 dalla coreografa Susanna Beltrami, il danzatore e partner dell’etoile Matteo Bittante presenta in veste di coreografo il suo Dada Tango, nato dalla preziosa collaborazione con il tanguero Alejandro Angelica. In questa originale creazione la forza eversiva e provocatoria del movimento DADA irrompe nella pista di un immaginario Cabaret Voltaire, dove ogni sera si danno appuntamento uomini e donne in cerca di evasione dal grigiore delle loro vite. Due epoche a confronto, raccontate a colpi di corpi, parole e immagini che ripercorrono in tanti quadri gli eventi di un secolo di storia, in cui si aggomitolano le vicende di un’umanità ferita in cerca di libertà. Oggi come allora, sono immagini volutamente irrispettose, stravaganti, immagini oniriche e dissacranti che sfidano le convinzioni di un’epoca e rifiutano la logica e la ragione. Tutti i materiali e le forme a disposizione diventano mezzi idonei per giungere al loro fine ultimo: far coincidere l’arte con la vita stessa e non separata da essa. Il tango, forma d’arte completa, espressione poetica e filosofia di vita entra allora nello spazio psicologico di questo Cabaret attaccandosi ai corpi, iniettato sotto la pelle, come un potente antidoto contro ogni forma di oppressione. 11-12 dicembre “Rolling Idols”: In principio era un bambino seduto sulle rive verdastre del Mississipi che batteva uno stecco nel fango per dare ritmo alle sue canzoni. Una vibrazione sporca e grezza che scava nel contagioso e diabolico suono della vecchia America. L’amore giovanile per il blues è un solco profondo, come l’esperienza di uscire di casa e vivere, per poi tornare alla propria dimora con il cuore infranto. È parlare con il mondo di qualcosa di estremamente personale ed esistenziale. Ed è proprio questa passione a sostenere la ricerca dell’accordo perduto, quell’insieme di suoni che ne generano altri; i suoni della vita, i suoni dei sogni. Suoni che evocano cellule narrative del percorso musicale, e soprattutto umano, dei Rolling Stones, che ha origine proprio dalle vibrazioni del Delta del Mississippi. Si entra, così, nelle viscere di questo paesaggio umano, visionario e psichedelico, popolato da una miriade di personaggi meravigliosamente provocatori, sensuali e multiformi, ritratti nella celebrazione dei loro riti di immortalità e scanditi dalla ricerca di nuove sonorità. Sono le icone distorte di un’opera immensa, contraddittoria ed eterna, una cantata per corpi elettrici, quella dei Rolling Stones e degli altri, che come loro hanno cavalcato il dorso dello stesso tempo, qui interpretata dai danzatori/musicisti della Compagnia Susanna Beltrami e rimanipolata attraverso la tensione drammatica che scaturisce da una scrittura caleidoscopica e stratificata; messa in scena anche tramite un uso potente dell’immagine filmica, l’animo dark e sublime dei costumi e un live set, che contamina il blues degli epigoni con il canto cupo e velato di Marianne Faithfull, l’inconfondibile voce sussurrata e poi gridata di Mick Jagger con inedite suggestioni elettroniche. Un racconto fisico e musicale, che partendo dalle antichissime vibrazioni, che hanno incantato per primo il giovane Keith Richards, apre stralci di racconti e incontri inaspettati, umani, disperati o promiscui, plasmando i corpi dei danzatori in un continuum narrativo coerente, ma diversificato, composto da rock d’annata, composizioni originali e suggestioni assolutamente inaspettate. Info: tel. 02 36592544 / biglietteria@tieffeteatro.it / www.teatromenotti.org
                                                                                                          Michele OLIVIERI

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