“DIGLIELO A TUTTI”

Quasi cinquant’ anni dopo Hair, arriva dal mondo del teatro e del Musical un nuovo e universale messaggio di pace. Ecco “Diglielo a tutti”, nuovissimo musical, tratto dal celebre romanzo pacifista di Irwin Shaw “Bury the Dead”. Si tratta di uno spettacolare show pieno di energia, con 16 artisti che lanciano, cantando, ballando e recitando il loro monito contro ogni guerra. “Diglielo a tutti… il musical” , scritto da Paolo e Maurizio Barillari con la collaborazione di Guido Valtancoli, con la regia di Paolo Barillari, sarà in scena per tre repliche straordinarie i giorni 2, 3 e 4 ottobre, al Teatro Di Milano (via Fezzan, 11), il “salotto” della danza, che per la prima volta si apre al musical, per volontà di Marco Daverio, Direttore del Teatro. Un’ altra particolarità di questo spettacolo, oltre alla tematica universale e pacifista che lo contraddistingue, è data dalle composizione ibrida del cast. Otto performers già affermati nel panorama del musical italiano, ma altrettanti giovani talenti, appena usciti da accademie di musical, o scuole di canto e danza, o che comunque non hanno mai preso parte ad uno spettacolo professionistico su scala Nazionale. La scelta è avvenuta in ossequio allo statuto del comitato “Amici di Pavi” che insieme a Maurizio Barillari ha finanziato il progetto, e che si propone di dare alle nuove leve del teatro e del Musical Italiano una nuova e concreta possibilità di espressione artistica. Nel cast, quindi, oltre allo stesso Paolo Barillari, che si è ritagliato nel musical il ruolo del narratore, anche Mattia Inverni (Notre Dame de Paris), Giò Tortorelli (Dracula, Peter Pan, Romeo e Giulietta), Michelangelo Nari (Siddartha), musical ed opere popolari di grandissimo richiamo e successo. La genesi del musica: come nasce “Diglielo a tutti?” Il Musical, nasce da un dramma teatrale dal titolo “Bury the Dead”, scritto dall’autore e drammaturgo americano Irwin Shaw nel lontano 1936. Erano gli anni terribili tra le due grandi guerre mondiali, in cui tutto il mondo aveva preso coscienza dell’orrore di un conflitto che coinvolgesse tutto il globo, ma non si sentiva affatto sicuro del fatto che un’ esperienza del genere non potesse ripetersi. Di fronte all’avanzare dei totalitarismi ed al progressivo sgretolarsi di una prospettiva di pace duratura, Shaw, raccontava nella sua opera surreale la tragedia di alcuni soldati, morti in un’ipotetica guerra combattuta dall’esercito americano. I malcapitati, all’improvviso si alzano dalle proprie tombe, ma non è una resurrezione vera e propria. È un atto di protesta formale contro la guerra e contro il dolore che la morte causa nelle famiglie, nelle mogli nei figli… insomma in tutta la società. Il successo del dramma fu immediato e conseguentemente quello di Shaw che divenne uno degli scrittori più amati-odiati del panorama letterario americano. Il Maccartismo colpirà duro anche su di lui che, anni dopo, sarà costretto a causa delle sue ideologie ad emigrare in Europa e più precisamente tra la Francia e la Svizzera, dove si spegnerà negli anni ottanta al termine di una lunga e brillantissima carriera. Info: teatrodimilano@outlook.it / Tel. 02 42297313.
                                                                                                    Michele OLIVIERI

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