UN VIAGGIO, DESTINAZIONE BACH
Ultimo appuntamento del duo Luciani-Motterle per la rassegna “San Gottardo in Corte” alla ricerca di Bach, attraverso i grandi interpreti dell’Ottocento. Prosegue domenica 16 Agosto (ore 11.00) la rassegna di musica da camera San Gottardo in Corte a Milano, nell’omonima chiesa recentemente restaurata in via Francesco Pecorari 2, dietro l’Arcivescovado, con l’ultimo appuntamento del duo Fulvio Luciani (violino) – Massimiliano Motterle (pianoforte) che porta a destinazione il suo originale viaggio alla scoperta del genio di Bach, attraverso gli interpreti del romanticismo. Un percorso tra filologia ed interpretazione, tra fonti ed esperienza romantica, che si corona con quest’programma che ha l’obiettivo di ricercare il Bach originale, “così com’è comparso nella nostra coscienza musicale”, spiega Fulvio Luciani. In cartellone: Bach (Partita n.3 in Mi maggiore per violino BWV 1006, versione R. Schumann per pianoforte), Bartók (Sonata per violino solo), Bach (Sonata in Sol maggiore BWV 1019). Un viaggio che, come dice Fulvio Luciani, non è terminato ma che in questa ultima tappa racchiude ancora tutta la tensione iniziale per la ricerca musicale. L’ingresso al concerto vale anche per la visita del Grande Museo del Duomo. La rassegna San Gottardo in Corte (26 concerti di musica da camera) è organizzata da laVerdi nell’ambito della programmazione per Expo 2015, in collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo. Note di lavoro: “Non è finito il nostro viaggio, di Fulvio Luciani (dal booklet del CD “romantico Bach live 6”). “Non c’è luogo più segnato dalle contraddizioni che non il viaggio. Richiede organizzazione, determinazione, ma, per definizione, non conosce la sua meta, che non si potrà raggiungere se non rinunciando alla logica che ha fatto da guida, e con un certo abbandono. È perfino difficile capire che un viaggio si sia concluso, perché pur nella convinzione di aver trovato ciò che si stava cercando si torna mutati e non è più possibile abitare il proprio mondo come si faceva prima. Che il nostro fosse un viaggio lo abbiamo capito strada facendo: avevamo cominciato con l’idea di mettere alla prova una tesi, una volta iniziato è cambiato tutto. Abbiamo voluto tenere un diario, come gli esploratori di un tempo. È in questi dischi. La regola che ci siamo dati è che contenessero tutto, fuori programma compresi, e che ognuno arrivasse prima del concerto seguente, per non avere il tempo di pensare e semmai ritrarsi dal pubblicarlo. Massimiliano ha sempre consultato questo diario, io rigorosamente mai, credo per una ragione identica perché contraria. Forse lui ha sentito il bisogno di rassicurarsi periodicamente del percorso compiuto, io no, per non perdere il coraggio di andare avanti. Abbiamo percorso l’itinerario prefissato e sarebbe tempo di tirar le somme. Ma le domande da cui avevamo preso le mosse, che ora paiono ingenue, sono state sostituite da altre domande. Non è finito il nostro viaggio, e per quanto noi si sia percorso della strada, la nostra meta non appare ora più chiara di quanto non fosse all’inizio, né più vicina. L’unica cosa che avvertiamo lucidamente è che la strada che stiamo percorrendo ha piegato definitivamente dentro a noi stessi, ed è quello il territorio in cui inoltrarsi.” Info: www.laverdi.org
Michele OLIVIERI