XAVIER DOLAN
Dal 3 agosto al 7 settembre presso lo Spazio Oberdan, Fondazione Cineteca Italiana di Milano presenta “Un genio al lavoro: Xavier Dolan”, rassegna dedicata al giovanissimo e talentuoso regista, sceneggiatore, attore, montatore e costumista canadese Xavier Dolan, già organizzata lo scorso gennaio e riproposta in agosto a grande richiesta di pubblico. Regista, sceneggiatore, attore, montatore e costumista: tutto questo è Xavier Dolan, l’enfant prodige del cinema mondiale, uno che a 25 anni ha già firmato 5 lungometraggi, tutti presentati ai festival di Cannes e Venezia, e il primo dei quali, J’ai tué ma mère, realizzato a nemmeno vent’anni. Nato a Montreal, in Canada, Dolan costituisce dunque un caso unico nella storia del cinema, anche perché questa prolificità va di pari passo con una qualità espressiva e una maturità di linguaggio davvero sorprendenti e rari. Basti pensare al suo ultimo, bellissimo film, Mommy, da poco uscito in Italia e unico titolo fino a oggi distribuito nel nostro paese. Proprio per rimediare a questa mancanza la Cineteca gli dedica una rassegna nella quale, oltre allo stesso Mommy, sarà possibile vedere, in versione originale con sottotitoli italiani, gli altri 4 film da lui realizzati. Quello di Dolan è un cinema di pulsante vitalità, autoriale e avvincente a un tempo, scandito da uno stile narrativo assolutamente personale, che inquieta e cattura, emoziona e fa pensare. Un cinema che si potrebbe definire neoromantico, ma di un romanticismo profondamente moderno, con sempre al centro i sentimenti più complessi di personaggi ricchi di sfumature, contraddizioni e fragilità, mossi da un commovente, a volte straziante desiderio di trovare la propria identità e il proprio posto nel mondo. In programma, dunque, oltre al già citato J’ai tué ma mère, Les Amours imaginaires, del 2010, suo secondo film che si muove fra realtà, illusioni e disillusioni giovanili in un dramma intriso di sospiri e dolore; Laurence Anyways, del 2011, che racconta la storia di un trentenne che vuole diventare donna e che deve perciò affrontare il rifiuto della famiglia, il peso dello stigma sociale e la difficoltà a portare avanti il rapporto con la sua fidanzata, e infine Tom à la farme, piccolo capolavoro che ha vinto il premio Fipresci come Miglior film alla 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2013), un intenso dramma esistenziale che deraglia nel thriller psicologico. Info: www.cinetecamilano.it
Michele OLIVIERI