SYLVIE GUILLEM

Domenica 5 luglio, alle ore 20.30, l’ultimo appuntamento di danza al Teatro Carlo Felice di Genova con una delle pochissime tappe italiane della tournée di addio alla danza di Sylvie Guillem. Un’occasione unica per ammirare l’ultima volta dal vivo una ballerina ed un’artista straordinaria che rimarrà per sempre nella storia della danza. La Guillem, che ha da poco compiuto 50 anni, lascia il palcoscenico pur essendo ancora in un momento di grazia perché, da perfezionista estrema abituata ad eccellere, ha dichiarato – “non voglio deludere né me stessa né il pubblico”. Applaudita a Genova nel luglio del 1999 in occasione del 31° Festival Internazionale del Balletto di Nervi, dopo aver danzato su tutti i più importanti palcoscenici del mondo, concluderà una carriera stellare con “Life in Progress”, una produzione Sadler’s Wells London, co-prodotto con Les Nuits de Fourvière, Shangai International Arts Festival e Sylvie Guillem. Il programma comprende quattro straordinarie coreografie: technê di Akram Kan, attualmente uno dei maggiori artisti del mondo della danza, DUO2015, del celebre coreografo newyorkese William Forsythe, Here & After, con la direzione e coreografia di Russell Maliphant, e Bye di Mats Ek, in cui danzerà soltanto Sylvie Guillem. Akram Khan dice: “Il mio lavoro nasce da domande a cui non so dare risposte. Faccio domande e racconto storie attraverso il corpo. E con l’opportunità di creare sul corpo di Sylvie, che trovo sia al suo stadio di massima poeticità e trasparenza, volevo porre domande sull’atto di entrare in contatto. È nella nostra natura connettersi gli uni con gli altri. Utilizzo la tecnologia per connettermi con un maggior numero di persone, più di frequente. Oggi, siamo in contatto di più rispetto a come lo eravamo in passato? Oppure siamo connessi con la tecnologia piuttosto che con le persone? Quando uso la tecnologia per entrare in contatto con qualcuno, mi ritrovo più solo. Quindi, siamo diventati lo strumento degli stessi strumenti da noi creati? Nessun computer può rispondere a questa domanda. Forse il corpo ci può riuscire…”. Here & After racconta: Sul piccolo spazio di fronte al sipario, proprio sul bordo del palcoscenico, si svolge «Duo», un orologio composto da due danzatori. I danzatori colgono il tempo in un percorso vorticoso, lo rendono visibile, pensano a come il tempo possa stare nello spazio, spostano il tempo in uno schema intricato, spoglio. Lo schema cresce e si svela mentre i due danzatori si rotolano, scivolano, si colpiscono, si ribaltano. I loro corpi splendono di un nero scintillante, si librano con estrema precisione, il loro respiro canta degli spazi nel tempo. Si avverte una musica in lontananza che scompare mentre i danzatori si inseguono in un silenzio vorticoso. Un orologio che guarda all’infinito ritornando al punto in cui è iniziato. Russell Maliphant narra: “Per questa creazione volevo omaggiare le precedenti coreografie e esperienze con Sylvie, ma allo stesso tempo andare avanti e esplorare un vocabolario che mostra il contrasto, lavorando su un duetto al femminile.” Mats Ek afferma: “Una donna entra in una stanza. Dopo poco è pronta a lasciarla. Pronta a raggiungere gli altri.”
                                                                                         Michele OLIVIERI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *