Giacometti alla galleria Borghese
Dal 5 febbraio fino al 25 maggio 2014, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico presenta a Roma presso la Galleria Borghese, la mostra Giacometti e la Scultura, diretta da Anna Coliva e Christian Klemm. L’esposizione nasce con l’intenzione di portare nella capitale, l’arte indiscussa e drammatica di uno dei più grandi artisti italiani del Novecento. La mostra è un’occasione per raccontare l’artista Alberto Giacometti attraverso la sua Arte ma è anche il desiderio di esprimere attraverso il percorso il mutare della visione degli artisti nel confrontarsi con la raffigurazione dell’essere umano. Questo viaggio attraverso i secoli si propone di esprimere la tragicità della scultura moderna a confronto con la classicità del passato, in linea con la poetica di Giacometti, fortemente emblematica, di un artista visionario, onirico e surrealista, messo a confronto con un’epoca di grandi sconvolgimenti politici, storici e culturali. La Galleria espone 40 opere di Giacometti comprendenti, gessi, bronzi e disegni, quello che colpisce maggiormente lo spettatore è l’energia bruciante che questa forma di Arte suscita nell’animo del visitatore, è il tenta-tivo di scavare “l’anima fino a ridurre all’osso la figura umana”per trasmettere al visitatore quell’alone drammatico sullo sfondo di una cornice immateriale,invisibile ma sensibile. Si tratta di un vero e proprio spettacolo visivo che mette a nudo nell’ottica di Giacometti il fallimento dell’uomo come prezzo da pagare per la conquista “effimera” della modernità, in un gioco di contrasti tra passato e presente sullo sfondo dell’inesauribile complessità dell’essere umano. La mostra, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è organizzata e prodotta da Arthemisia Group. Nelle sale della Galleria si ha la sensazione di danzare insieme alle statue, di lasciarsi trasportare dal loro moto instabile e ineluttabile alternando momenti di esitazione alla determinazione, ci si contrappone alla loro irrigidita presenza perché le figure di Giacometti hanno occhi che scavano la materia nel tentativo di afferrare un piccolo frammento di verità. Silvia BERLINGUER