Consani a Tokyo con “Elefanti Bianchi”
In Asia gli elefanti bianchi sono per tradizione un simbolo di buon auspicio e di prosperità. Nei paesi anglosassoni, al contrario, l’appellativo “elefante bianco” viene dato a progetti eccessivi. Su questo doppio valore semantico gioca il progetto che Michelangelo Consani, artista livornese, presenta alla Gallery Side 2 di Tokyo, fino al 28 febbraio. “Nove elefanti bianchi e una patata” è il titolo dell’installazione: attraverso una serie di misurazioni metriche, l’artista ha individuato il centro della galleria stabilendo che nel suo progetto questo punto coincida idealmente con una precisa area geografica del mondo, la depressione caspica, ovvero il bacino aralo-caspico dove Asia e Europa si incontrano. Qui Consani ha collocato due sculture in marmo nero del Belgio, materiale raro e ormai in via di esaurimento che rappresenta l’Occidente. Le due sculture si passano una patata con la bocca, in un gesto “metafisico di sospensione” che potrebbe essere di scambio oppure di scontro, di bene o di male. Partendo da questo ipotetico centro, l’artista posiziona inoltre dei personaggi minori, “gli elefanti”, agronomi, scienziati, economisti, creando una sorta di mappature del mondo e nel mondo, di quelle personalità individuali che possono aiutarci – secondo la visione dell’artista – a trovare la via per una società più equa, conviviale e sostenibile salvandoci dallo “scontro” tra il sistema capitalistico emergente e il moribondo modello occidentale. Consani ha esposto per la prima volta in Giappone nel 2010 quando è stato invitato a prendere parte alla prima edizione della Triennale di Aichi. Fortemente critica verso il sistema produttivo globale, la sua ricerca artistica si concentra sui temi della sostenibilità, dell’equità sociale ma anche e, soprattutto, della storia conducendo un’indagine sia a livello individuale che collettivo.
da 9Colonne